Londra in ginocchio: protesta sul clima, centro occupato, 300 in prigione

di Caterina Galloni
Pubblicato il 17 Aprile 2019 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA
Londra finisce in ginocchio: protesta sul clima, centro occupato, 300 in prigione

Londra in ginocchio: protesta sul clima, centro occupato, 300 in prigione (foto Ansa)

ROMA – Londra è ostaggio da tre giorni della protesta di migliaia di persone. Trecento di loro sono finite in prigione, Sarebbero di più se ci fossero state più celle disponibili nel centro di Londra. Motiva la protesta l’ansia per il cambiamento climatico e le sue conseguenze. 

Quando finì l’era glaciale o quando il clima cambiò, più volte, nelle ultime migliaia di anni, nessuno scese in piazza. Gli esseri umani che allora occupavano l’Europa e l’Oriente si adattarono, si spostarono a nord o a sud, presero misure pratiche e efficaci, visto che siamo ancora qui su questa terra. Oggi invece sembra che si preferisca la protesta al lavoro di prevenzione. Speriamo bene.

Intanto, secondo la cronaca dei giornali inglesi, la protesta ambientalista – che in base a quanto riferito dalla polizia a Londra negli ultimi due giorni avrebbe ostacolato il traffico e il trasporto pubblico causando non pochi problemi a mezzo milione di persone- andrà avanti, il movimento radicale Extinction Rebellion sostiene di voler intensificare le proteste e interrompere le linee ferroviarie e della metropolitana di Londra.   

Nel tentativo di costringere il governo a intervenire sull’escalation della crisi climatica, migliaia di persone hanno preso parte alle proteste bloccando quattro punti di riferimento nella capitale.Gli attivisti chiedono che i ministri fissino un obiettivo giuridicamente vincolante per ridurre a zero le emissioni di carbonio entro il 2025. 

Un portavoce dichiarato:”Le persone non vorrebbero farlo ma l’inazione del governo di fronte a questa emergenza lascia poca scelta”. Tra i manifestanti c’è Virginia, arrivata da Oxford che ha dichiarato di essersi unita alla protesta “per salvare le sorti del pianeta pensando al futuro dei miei nipoti”.

Gli attivisti lanciano un grido di protesta affinché altri manifestanti invadano Oxford Circus mentre cercano di provocare il caos sulla metropolitana e sulle ferrovie e la polizia al terzo giorno di caos ha eseguito già 290 arresti. Le dimostrazioni si sono svolte a Parliament Square, Waterloo Bridge, Marble Arch, con i manifestanti che esortano gli altri a radunarsi a Oxford Circus in giornata. 

Le proteste hanno portato alla chiusura di strade, ingorghi stradali, gravi interruzioni ai trasporti pubblici e alle imprese, con 55 linee di autobus chiuse e disagi per 500.000 persone. Circa 260.000 persone utilizzano quotidianamente la stazione di Oxford Circus.

Nel frattempo, la polizia, i cui costi potrebbero arrivare a centinaia di migliaia di sterline, dopo aver esaurito le celle avrebbe ritardato l’arresto dei manifestanti. Quelli in stato di arresto potrebbero essere trasferiti fuori da Londra.
Le imprese locali hanno accusato la polizia di lentezza nelle operazioni di sgombero degli attivisti ma Scotland Yard insiste che sta cercando di mantenere una reazione “adeguata”. 

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha detto che pur condividendo l’impeto dei manifestanti sull’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico, è “estremamente preoccupato” per la pianificazione del blocco della metropolitana.

Su Twitter ha scritto:”Puntare al trasporto pubblico danneggerebbe la causa di tutti noi che desideriamo affrontare il problema del cambiamento climatico, oltre a mettere a rischio la sicurezza dei londinesi e imploro che qualcuno ci ripensi”. (Fonte DailyMail).