Lufthansa, risarcimenti? Legge tedesca: no danni morali, bimbo morto vale meno

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2015 - 07:19 OLTRE 6 MESI FA
Lufthansa, risarcimenti? Legge tedesca: no danni morali, bimbo morto vale meno

Lufthansa, risarcimenti? Legge tedesca: no danni morali, bimbo morto vale meno

BERLINO – Lufthansa non è tenuta a pagare i danni morali: la legge tedesca prevede solo quelli materiali. Cosa significa? Che la vita di un minore (che non percepiva reddito) vale meno e dunque la presenza di molte giovani vite a bordo dell’aereo GermanWings precipitato sulle alpi francesi, alleggerisce di molto il conto dei risarcimenti cui va incontro Lufthansa. A sottolineare il cinico paradosso è Elmar Giemulla, legale esperto di diritto dell’aviazione intervistato dall’Ansa.

Questo non vuol dire che non ci saranno risarcimenti. Il giurista lo chiarisce subito:

“Sarà la compagnia di volo a risponderne, in base alla convenzione di Montreal, e un regolamento Ue in materia”.

Ma il diverso grado di responsabilità della compagnia, eventualmente accertato dalla magistratura, non cambierà comunque l’ammontare dei danni, spiega il tecnico. Inoltre Lufthansa, compagnia madre della low cost GermanWings, non è a rischio bancarotta, non per colpa del disastro aereo, dal momento che “è assicurata, e dunque non viene toccata direttamente dalla questione finanziaria”.

Quanto alle ragioni giuridiche del paradosso per cui la vita di un bambino vale meno, spiega:

“Il diritto tedesco non riconosce i danni morali. Per questo motivo, nel disastro aereo di Germanwings, in cui sono morti tanti ragazzi, non ci saranno praticamente risarcimenti monetari ai genitori, aldilà dell’ammontare iniziale, che copre le spese, anche se generosamente. Questo ovviamente è quasi un’offesa per i parenti delle vittime”.

Esistono delle spese preliminari, che oltre ai costi per la sepoltura, per i funerali, per il viaggio sul luogo del disastro, e per le spese contingenti dovute all’accaduto, la compagnia è tenuta a pagare immediatamente.

“Il regolamento europeo dispone una cifra di 20 mila euro per ogni vittima, e Lufthansa ne ha già offerti volontariamente 50 mila. Questo va bene”.

Per il resto, secondo il diritto tedesco, che è quello che si seguirà in questo caso

“vengono riconosciuti soltanto i danni materiali. Per cui se la vittima dell’incidente aereo è, ad esempio, un genitore, che manteneva i suoi figli, questi ultimi avranno diritto ai danni”.

Viceversa. nel caso di un ragazzo che non percepiva reddito, non è previsto altro. Inoltre, le vittime non avranno diritto allo stesso risarcimento, anche nel caso in cui si tratti di persone adulte:

“Faccio un esempio per rendere più chiaro questo elemento: se a perdere la vita è stato un genitore che guadagna 2.500 euro al mese, un bambino di 7 anni rimasto orfano potrebbe aver diritto a circa 500 euro al mese, fino ai suoi 27 anni. Se a morire nel disastro è stato invece un genitore, che percepisce uno stipendio di 20 mila euro al mese, la cifra della compensazione mensile al figlio potrebbe essere di circa duemila euro”.

Ad ogni modo, secondo Giemulla, Lufthansa non è esposta a risarcimenti che superino “una cifra milionaria a due numeri”. E se affronterà danni morali, cosa che si usa sempre di più anche in Germania sulla scia dell’esempio americano, “lo farà su base volontaria, e dunque in misura sostenibile”.