Thatcher. “Non fu lei la causa della crisi”. Risposta a Prodi sul Sole 24 Ore

Pubblicato il 11 Aprile 2013 - 08:50| Aggiornato il 5 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Thatcher. “Non fu lei la causa della crisi”. Risposta a Prodi sul Sole 24 Ore. La si può accusare di tutto, ma non si può imputare alla Lady di Ferro anche la crisi globale, come invece ha scritto l’ex primo ministro italiano Romano Prodi sul Sole 24 Ore (9 aprile). Roberto Perotti sullo stesso giornale si incarica di confutare la tesi di Prodi, ridimensionando fra l’altro anche il peso storico del premierato inglese, al cospetto, per esempio di leader americani come Reagan.

Quelle colpe, cioè aver preparato le condizioni e favorito i presupposti di una crisi globale, va caricata piuttosto sulle spalle di Alan Greenspan, governatore della Federal Reserve negli anni cruciali in cui la mancata regolamentazione dei servizi finanziari avrebbe creato la proliferazione dei mostri tipo subprime (“”Sarà un compito arduo: ma sarà difficile immaginare un nesso tra Margaret Thatcher e le politiche di Greenspan negli anni 2000”).

Perotti non è convinto nemmeno dal vestito di paladina anti-tasse in stile (a posteriori) tea-party cucitole addosso da Prodi (“La Thatcher ha ridotto lo Stato a niente”):

“Un osservatore che scendesse da Marte troverebbe questa espressione incomprensibile. Nel 1990, quando la Thatcher si dimise, la spesa corrente al netto degli interessi come percentuale del Pil, era esattamente al livello che aveva trovato nel 1979, e ben più alta che all’inizio degli anni 70. E chi oggi combatte l’austerità fiscale avrebbe apprezzato la famosa manovra del cancelliere Lawson del 1983, che abbassò le tasse e alzò la spesa pubblica”.

Thatcher artefice e promotrice di un pensiero unico dove la disuguaglianza sociale è elevata a valore? Perotti non lesina critiche (storicizzandole) e gravi errori, compresi manie e fanatismi, ma questa non passa.

“Durante il suo mandato salì il reddito disponibile di tutte le fasce della popolazione, anche del quintile più basso, che era sceso invece durante le recessioni dei terribili anni 70. E’ un po’ quello che succede, su scala enormemente superiore, in Cina: è vero che le disparità aumentano, ma centinaia di milioni di persone sono uscite dalla povertà. Se voi foste un povero, preferireste «tutti poveri ma uguali» o “tutti più ricchi anche se un po’ diseguali»?”