Gb. La molto britannica crema Marmite aumenta di prezzo: fioccano le proteste

Pubblicato il 9 Agosto 2010 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

 Lo  scrittore inglese Rudyard Kipling una volta cosi’ descrisse l’odore e il sapore del durian, uno dei frutti più popolari e ricercati del sudest asiatico: ”E’ come mangiare gelato alla vaniglia in un cesso pubblico”.

Ora nessuno intende paragonare il durian ad una sorta di crema molto densa a base di lievito da spalmare sul pane che si vende in barattoli di vetro da 500 grammi in Gran Bretagna e che si chiama Marmite. Ma per i non iniziati il primo assaggio (e in genere anche l’ultimo) è stomachevole: un misto di lucido da scarpe arricchito con spezie nauseanti e colla da falegname.

Questo naturalmente non bisogna dirlo ai britannici, che ne vanno letteralmente matti arrivando a considerare la Marmite una sorta di simbolo nazionale, come dire che chi non la mangia non è un vero britannico.

Ci si può immaginare il putiferio scoppiato quando, conti alla mano, si è scoperto che la Unilever, casa produttrice dell’intruglio, ha portato in cinque anni il prezzo fino a 5 sterline e 38 centesimi (6 euro e 57 centesimi), con un balzo di ben 25 centesimi a barattolo rispetto al costo precedente.

La cosa è finita sui giornali in seguito alle proteste della cittadinanza, e il Daily Telegraph ha consultato addirittura un esperto, il quale ha certificato che nessuno degli ingredienti della Marmite è aumentato di prezzo e che quindi farla pagare di più è ingiustificato.

Allora? La spiegazione più plusibile è che la Unilever vuole aumentare i suoi profitti a scapito dell’intera popolazione britannica, considerato che di barattoli di Marmite se ne vendono 60 milioni l’anno.

Insomma, un prodotto – rileva il Telegraph – che un tempo il servizio sanitario nazionale (NHS) regalava per le sue proprietà nutritive, ora costa più di una bistecca o di 4 litri e mezzo di benzina. Ma nonostante lo scandalo, i britannici continuano a comprare questo crema quasi immangiabile ed anzi l’anno scorso le vendite sono aumentate del 2 per cento nonostante la crisi economica.