Merkel festeggia i lavoratori turchi che vivono in Germania da 50 anni

Francesca Cavaliere
Pubblicato il 5 Novembre 2011 - 08:58| Aggiornato il 3 Ottobre 2012 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO- Il premier turco Erdogan e la cancelliera Angela Merkel mercoledì 2 novembre hanno festeggiato 50 anni di presenza dei lavoratori turchi in Germania.

Il 30 ottobre 1961, infatti, la Germania e la Turchia hanno fatto un accordo per il collocamento dei lavoratori turchi nella Repubblica Federale tedesca di allora ed oggi in terra tedesca ci sono tre milioni di persone di origine turca.

La cerimonia, tenutasi presso il Ministero degli esteri, è stata aperta dal discorso del ministro degli Interni tedesco Hans-Peter Friedrich.

“ Io vorrei rivolgere un saluto particolare e di cuore ai primi lavoratori. Questo è soprattutto il “Vostro” giorno. Molti di quelli venuti in Germania molto tempo fa hanno stabilito uno stretto legame con il nostro Paese”, ha detto Friedrich con l’intenzione di elogiare gli ospiti d’onore.

Come riporta il giornale tedesco Bild che ha dato la notizia, il primo ministro turco avrebbe voluto sottolineare l’amicizia tra Turchia e Germania ed il particolare legame creatosi negli anni tra le due nazioni.

La Germania non sarebbe più percepita come una terra straniera, si sarebbe stabilito un particolare legame tra le due nazioni e sarebbero in milioni a scegliere di trascorrervi le loro vacanze.

“Noi apparteniamo gli uni agli altri” avrebbe infatti detto Erdogan in lingua tedesca rivolto agli astanti da cui avrebbe ricevuto un caloroso applauso. “ Siamo orgogliosi dei connazionali che hanno fatto carriera in Germania, siamo orgogliosi del calciatore Mesut Özil . Ogni gol che lui fa ci riempie di gioia”, avrebbe continuato il ministro turco con un sorriso radioso.

Da parte sua, la Merkel ha elogiato i turchi dicendo che “Hanno contribuito a plasmare la Germania”, ma non le sono mancate le parole per sottolineare la necessità di conoscere bene la lingua tedesca, condizione essenziale per la riuscita dell’integrazione.

“La lingua tedesca è essenziale per l’integrazione”, ha detto la Merkel, che ne sostiene la conoscenza come requisito di base per tutti i migranti, non soltanto per i turchi.

La posizione della Merkel in merito è ampiamente condivisa e sostenuta dal ministro degli Interni Friedrich, che vede nell’apprendimento della lingua un mezzo per abbattere il numero eccessivo di abbandoni scolastici e per gettare le basi per il successo professionale dei giovani “il cui potenziale non deve andare perduto”.

Il ministro Friedrich aveva inoltre respinto la richiesta di doppia cittadinanza per gli stranieri che vivono stabilmente in Germania al fine di migliorarne l’integrazione. “Io non credo che ciò potrebbe cambiare qualcosa, al contrario, a chi volesse vivere stabilmente in Germania, si dovrebbe attribuire la cittadinanza tedesca e togliere quella turca. Io credo che tale decisione durante la vita la si debba prendere prima o poi”, aveva detto il ministro tedesco.

Il ministro per l’Integrazione della Bassa Sassonia, Aygül Özkan, sembra condividere la posizione di Friedrich circa la cittadinanza:

“ Dopo un certo periodo di tempo ci si deve decidere. Io non perdo le mie radici turche per questo”, ha detto alla Bild.

Il ministro Erdogan, durante un’intervista della Bild di martedì 1 novembre, aveva sostenuto, come già più volte in passato, che i bambini turchi in Germania avrebbero dovuto per prima cosa imparare il turco e poi il tedesco. Aveva inoltre criticato la politica tedesca alla quale ha chiesto di fare “molto di più” per favorire l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea.

Secondo Erdogan, l’ammissione nell’Unione potrebbe migliorare il processo di integrazione turco-tedesca che la Germania sembrerebbe tuttavia non apprezzare abbastanza.

La Merkel e Erdogan si sarebbero comunque trovati d’accordo nella lotta contro il terrorismo.

In un colloquio privato infatti, la cancelliera si sarebbe detta dalla parte della Turchia senza “se” e senza “ma” nella lotta contro il partito dei lavoratori del Kurdistan , conosciuto anche con la sigla PKK.

Il partito PKK , movimento politico clandestino armato che rivendica la creazione di uno stato sovrano del Kurdistan che comprenda i territori curdi della Turchia, dell’Iraq, della Siria e dell’Iran e che sia indipendente dalla Turchia, è attualmente considerato un’organizzazione terroristica dai paesi dell’Unione Europea, dagli USA e dall’Iran.