Mohamed Lahouaiej Bouhlel: selfie sulla promenade di Nizza prima della strage

di Edoardo Greco
Pubblicato il 18 Luglio 2016 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
Mohamed Lahouaiej Bouhlel: selfie sulla promenade di Nizza prima della strage

Mohamed Lahouaiej Bouhlel in posa: andava in palestra ed era ossessionato dal fatto di essere troppo magro

NIZZA – Mohamed Lahouaiej Bouhlel si è fatto un selfie sulla Promenade des Anglais di Nizza il pomeriggio del 14 luglio, prima della strage in cui il trentunenne autista tunisino alla guida di un camion di 19 tonnellate ha ucciso 84 persone e ne ha ferite 202.

A ricevere il selfie è stato Jabeur, il fratello di Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Jabeur è stato intervistato a Tunisi dall’agenzia di stampa Reuters:

“Negli ultimi tempi non faceva che chiedermi dei nostri genitori. Mi aveva detto che sarebbe tornato presto a vivere a Msaken. E aveva anche cominciato a spedire telefoni cellulari e del denaro. Piccole somme. Trecento, quattrocento euro alla volta”.

Mohamed aveva fatto capire al fratello che avrebbe lasciato presto Nizza e sarebbe tornato in Tunisia. Aveva problemi di soldi, aveva chiuso di recente il suo conto in banca a Nizza e venduto la sua macchina, ma era riuscito a spedire qualche centinaio – forse migliaio – di euro alla sua famiglia.

Ma il dato più contraddittorio con il profilo del kamikaze che sta andando a morire è la serie di foto scattate in mezzo alla folla del 14 luglio (festa nazionale francese che celebra l’anniversario della presa della Bastiglia avvenuta il 14 luglio 1789). Foto inviate al fratello che tuttavia si è rifiutato di mostrarle alla Reuters.

“Sentivo spesso Mohamed al telefono. L’ultima volta è stata il pomeriggio di giovedì 14 luglio. Mi disse che era a Nizza per celebrare con i suoi amici europei la festa nazionale francese. Sembrava molto felice, contento. Non faceva che ridere. Mi mandò anche delle foto dal suo cellulare in cui si vedeva lui nella folla”.

Contento e sereno poche ore prima di lanciarsi alla guida di un tir contro centinaia di persone. Sorridente nell’ultimo giorno di 31 anni di vita tutt’altro che serena, fra psicosi, botte ai parenti e alla moglie, culto maniacale del corpo, alcol e psicofarmaci. Era il sorriso di un folle? O di uno stupido illuso al quale avevano promesso una via di fuga dopo l’attentato e un vitalizio dorato in Tunisia?