Monaco, Domenico Lorusso ucciso. Fidanzata Gilda: “Voleva solo chiedere perché”

Pubblicato il 31 Maggio 2013 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA
Monaco, Domenico Lorusso ucciso. Fidanzata Gilda: "Voleva solo chiedere perché"

Domenico Lorusso (Foto da YouTube)

MONACO – “Voleva chiedergli il perché dello sputo e lui l’ha accoltellato”. Gilda, la fidanzata di Domenico Lorusso, racconta l’omicidio avvenuto davanti ai suoi occhi increduli. Pochi attimi di parole, poi la colluttazione e la lama che trafigge il cuore di Domenico e lo uccide. Domenico, ingegnere potentino di 31 anni, è morto così il 29 maggio a Monaco di Baviera, in Germania, per difendere la sua Gilda.

Giusi Fasano sul Corriere della Sera riporta la testimonianza di Gilda, che ha impotente cercato soccorsi per il suo “Mimmo”:

“L’ho visto che cercava di proteggersi. Si è voltato verso di me, aveva la mano sporca di sangue…È crollato senza dirmi una parola mentre quello se ne andava veloce”.

Lì, in quell’angolo poco illuminato della pista ciclabile intorno ai giardini che costeggiano il fiume Isar, in pochi secondi si consuma la tragedia. Lei tornava dal lavoro, lui da una lezione di tedesco. Insieme per strada e nella vita, tornavano nella loro casa. Tranquilli, come una normale sera, quando uno sconosciuto si avvicina a Gilda e le sputa addosso:

“Mimmo era un po’ più avanti e non si è accorto di nulla. Così l’ho raggiunto e gliel’ho detto”.

Nessuno si sarebbe aspettato che Domenico tornasse indietro, tanto meno con intenzioni litigiose, data la natura calma dell’ingegnere:

“Voleva solo chiedergli perché,  è successo tutto in pochi secondi”.

Poi il Corriere della Sera ricostruisce quanto accaduto quella sera a Monaco dal racconto di Gilda:

“Ha visto Mimmo provare a difendersi dalle coltellate, voltarsi verso di lei con quella mano insanguinata. Ha tentato di andarle incontro ma non aveva più forze. Neanche un lamento ed è caduto. Respirava ancora mentre lei chiedeva aiuto, disperata, e mentre l’aggressore se ne andava verso il ponte Kornelius, senza correre. Non vedendo nessuno scappare i passanti hanno raccontato alla polizia di aver pensato a un incidente in bicicletta. A nessuno è venuto in mente di inseguire o fermare quel tizio vestito di nero che camminava veloce, con la borsa scura a tracolla e che non sembrava né ubriaco, né in stato confusionale”.

Identikit scarno quello dell’assassino: 35 anni circa, corporatura e altezza media. Poche indicazioni per la caccia al killer, mentre la polizia osserva le immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Filippo Scammacca, console italiano a Monaco, commenta scarno: “Non ci sono molti commenti da fare, è una tragedia. Questa città è molto sicura, cose del genere sono rarissime.

I sogni di Gilda e Mimmo, che si erano conosciuto proprio a Potenza e lì innamorati, sono stati infranti. Una vita progettata a Monaco, quella per loro la città del futuro:

“Lei, interprete, era venuta in Germania prima di lui, arrivato per lavorare in una società aeroportuale più o meno tre anni fa dopo un anno di Erasmus e uno passato a New York per un master. Si parlava di matrimonio, in programma per l’anno prossimo, e dei bambini che avrebbero voluto. Mimmo, molto cattolico e legatissimo alla parrocchia salesiana di Potenza, si era spesso dedicato al volontariato accompagnando i ragazzi durante i campi estivi. Appena poteva tornava a casa a trovare sua madre (ricoverata da tempo in ospedale) e proprio la sera dell’aggressione aveva in tasca un biglietto aereo per l’Italia. Sarebbe partito il giorno dopo”.