Monaco, famiglia greca in fuga dalla crisi, costretta a vivere nell’aeroporto

Pubblicato il 1 Dicembre 2012 - 20:30 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – Athanasios, origini greche, non è Tom Hanks. Ma come il protagonista di ‘The Terminal‘ vive in un ‘non luogo’, fra una dogana e il cielo, all’aeroporto di Monaco di Baviera. Da sei mesi. Profugo della crisi, con la compagna Albena, bulgara, e il figlio di lei, quindicenne, Nikolai, che li ha raggiunti 5 settimane fa.

In tre vivono un’esperienza paradossale, che solo Hollywood aveva raccontato fino ad oggi, dormendo in un terminal pur di non tornare a casa, a Salonicco.

La loro storia è stata raccontata dalle pagine della Sueddeustche Zeitung, al quale qualche giorno fa Athanasios ha detto: ”Tutto è meglio piuttosto che tornare indietro”.

In redazione ogni giorno, a questo punto, arrivano telefonate di cittadini attoniti, che vorrebbero offrire la loro solidarietà. Mentre le istituzioni locali, in evidente imbarazzo, non si sono mosse.

Athanasios, che dorme sotto i neon del terminal di Monaco, su panchine ”troppo dure”, mangiando barrette di formaggio e accedendo a docce comunque troppo costose, dice: ”Nel nostro paese non abbiamo alcuna chance”.

La sua trafila è il triste elenco di una serie di passi indietro fatti nel mondo del lavoro, di fronte a un mercato sempre più difficile. Un tempo era dj, a Salonicco, per una famosa emittente radiofonica. Aveva addirittura un suo locale, le cose non andavano male. Poi è diventato tutto più complicato: ha dovuto rinunciare alla sua attività, vendere il locale, e ha iniziato a lavorare come fruttivendolo.

Fino all’incontro con Albena, bulgara, arrivata a Salonicco proprio per lavorare, cinque anni fa. E’ a quel punto che i due hanno pensato di tentare la fortuna in Germania, per un futuro migliore. E ci hanno provato: più di una volta Athanasios ha tentato di offrirsi come cuoco nei ristoranti greci. Ma con il peggiorare della situazione nella madrepatria, anche le chance di trovare lavoro in Germania sono diminuite.

Sempre più numerosi sono i connazionali in fuga in Germania, dove nel 2011 gli immigrati greci sono aumentati del 90%. Anche per Albena trovare lavoro è stata ”un’impresa”, fallita. Anche lei ha fatto di tutto: la donna delle pulizie, la lavapiatti, fino a collezionare bottiglie.

A febbraio scorso, in uno scenario disperato, la coppia è arrivata all’aeroporto di Monaco. ”Qui è meglio che in altri aeroporti”, è l’incredibile constatazione. ”Si possono raccogliere bottiglie, senza essere buttati fuori”, spiega.

Le bottiglie in Germania vengono vendute in cambio di qualche centesimo di cauzione, perché andrebbero sempre restituite per riciclare plastica e vetro. Così raccogliere quelle abbandonate è una attività di molti senzatetto.

All’aeroporto di Monaco tutti sanno ormai di questa famiglia, e per quanto il loro ‘soggiorno’ sarebbe in effetti proibito, il personale è disposto a chiudere un occhio. Ma quanto potrà durare?

Fra un terminal e l’altro Athanasios e Albena cercano di sfuggire a un dilemma scritto nelle leggi del Paese: senza un domicilio in Germania non si può ottenere un’assicurazione sociale, obbligatoria per lavorare; e senza un lavoro non si può pagare un’abitazione.