Morte assistita, l’ultimo desiderio di una donna di 76 anni: champagne, sigaretta e musica

di Giampaolo Scacchi
Pubblicato il 7 Novembre 2021 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Morte assistita, l'ultimo desiderio di una donna di 76 anni: champagne, sigaretta e musica

Morte assistita, l’ultimo desiderio di una donna di 76 anni: champagne, sigaretta e musica FOTO ARCHIVIO ANSA

Morte assistita, ecco gli ultimi istanti di vita di Down Voice-Cooper, 76 anni, che prima di iniziare il viaggio definitivo ha bevuto champagne, fumato una sigaretta e ascoltato la sua canzone preferita. Il Mirror lo racconta, con video, in esclusiva. La donna paralizzata da una malattia, era circondata dagli amici cari, riferisce Giampaolo Scacchi.

Per mettere fine alla sua vita, si è recata in una clinica in Svizzera dove le è stata iniettata una dose letale di barbiturici. Pochi minuti dopo è morta. Voice-Cooper ha voluto che fosse presente un reporter del Mirror così da poter raccontare la sua storia.

Morte assistita, le ultime parole della donna

Le sue ultime parole sono state per gli amici commossi, il personale medico. Erano accanto al suo letto e a loro ha detto semplicemente: “Grazie, grazie a tutti”. La 76enne negli ultimi anni aveva lottato per il diritto di morire, nella speranza che un giorno il Regno Unito possa emanare una legge sulla morte assistita. La donna affrontava una battaglia quotidiana con numerosi problemi di salute incurabili, tra cui grave artrite, ripetute emorragie cerebrali ed epilessia. Per questo era determinata a porre fine alla sua vita, che ha definito “a volte insopportabile” e prima che le malattie peggiorassero ulteriormente.  

Ha invitato il Mirror a riprendere il suo viaggio finale per mostrare alle persone la realtà di una morte assistita.  Tuttavia senza soffrire di una malattia terminale, la decisione di morire è dura da capire per alcune persone. Dawn ha spiegato: “Spesso mi dicono che sembro giovane, solo un po’ claudicante. Ma non sanno cosa sta realmente accadendo interiormente, il dolore che provo e le difficoltà”.

La pena per l’assistenza al suicidio

La storia della 76enne è stata raccontata in concomitanza del 2 novembre, momento in cui la Federazione mondiale per una morte dignitosa ha convocato per la prima volta una giornata mondiale di iniziativa che coinvolge le organizzazioni nazionali impegnate a favore della libertà delle scelte di finevita. L’assistenza al suicidio è punibile con la reclusione fino a 14 anni In Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.  Ma a decidere se sia nell’interesse pubblico giudicare una persona in tribunale sono i pm.

Nel caso di Dawn, che viveva da sola a Sevenoaks, nel Kent, con seri problemi di mobilità, la legge l’ha spinta a porre fine alla sua vita quando era ancora in grado di viaggiare.  L’anziana donna prima di morire ha sperato che condividendo l’ultimo viaggio siano messe in atto delle misure di sicurezza mirate a fermare gli abusi.

“Mi piacerebbe sfatare tutti i miti che circolano sulla morte assistita, che le persone potrebbero essere costrette. Desidero che la gente sappia che è una scelta dignitosa. Dà pace a chi può farlo e ha questa possibilità. Dà autonomia. Consente alle persone con una pessima qualità di vita e non potrà migliorare, di prendere il controllo su se stessi e sulla propria esistenza. Perché le persone devono soffrire? Perché è accettabile? Non lasceremmo che il nostro amico a quattrozampe e in generale gli animali debbano soffrire”, ha spiegato Voice-Cooper.

Scrittrice di libri per ragazzi, ha vissuto a Penzance in Cornovaglia e in seguito è tornata nel Kent. Nel 2017 aveva iniziato a prendere in considerazione la morte assistita. Due anni fa aveva presentato la richiesta alla clinica Lifecircle in Basilea.