Omicidio Boris Nemtsov, fermati 5 ceceni. Uno di loro si fa saltare in aria

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2015 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA – L’indagine sull’assassinio di Boris Nemtsov, dopo il fermo delle prime due persone sospettate avvenuto sabato 7 marzo, pur non escludendo altre possibili piste punta ormai sulla pista cecena e sul movente di una vendetta del fondamentalismo islamico per le posizioni pro Charlie Hebdo assunte dall’oppositore di Vladimir Putin nei giorni seguiti alla strage di Parigi.

Secondo il primo canale della televisione di Stato russa, le prime due persone fermate, Anzor Gubashev, 32 anni, e Zaur Dadayev di 33, sono cugini e originari della Cecenia. Gubashev viveva da diversi anni a Mosca e lavorava come guardia di sicurezza in un ipermercato. Dadayev invece, sarebbe stato per dieci anni membro del battaglione Sever (nord), unità di polizia del ministero dell’Interno ceceno. Quando gli agenti sono arrivati nel suo appartamento per arrestarlo, la polizia Dadayev ha lanciato loro una granata.

La notizia è stata confermata dalla madre dell’arrestato e da Albert Barakhaiev, segretario del Consiglio di Sicurezza della Repubblica russa di Inguscezia che si trova vicina alla Cecenia: qui, i due sospetti sono stati catturati nei giorni scorsi. Nessuna conferma degli arresti è però arrivata dalle autorità cecene. Gli inquirenti, secondo l’emittente di Stato, non escludono la loro appartenenza a un movimento islamico radicale del Caucaso. A questi due fermi, se ne sono aggiunti altri tre, tra cui il fratello più giovane di Gubashev. Un sesto ricercato invece, dopo essere stato stanato dalla polizia cecena si è fatto saltare in casa.

Come spiega Repubblica, a far discutere sono alcune analogie con l’assassinio della giornalista Anna Politkovskaya: si è trattato infatti della stessa arma, una pistola Makarov, e degli stessi esecutori caucasici (tre fratelli ceceni condannati), così come gli organizzatori. I mandanti, almeno per adesso restano ignoti.

Scrive Repubblica che per il momento le autorità cecene non confermano l’appartenenza di Dadayev al battaglione Sever

“Non è chiaro nemmeno se Dadayev fosse tuttora agente del corpo. Una fonte della sicurezza cecena, citata da Interfax, ha però raccontato che nella serata di sabato è morto un uomo che risultava ricercato perché implicato nel caso Nemtsov. Quando gli agenti sono arrivati al suo appartamento, ha lanciato contro di loro una granata, poi si è fatto saltare. La madre di Dadayev, intervistata dal primo canale tv russo, ha affermato di non credere alla colpevolezza e, soprattutto, al credo fondamentalista di suo figlio. “Ha combattuto i wahabiti, ha servito dignitosamente la patria, non poteva perpetrare questo delitto”, ha assicurato la donna tra la lacrime. Tra l’altro, esiste un “tenente Zaur Dadaiev”, appartenente alla 46ma brigata delle truppe interne di Cecenia, che nell’ottobre del 2010 fu addirittura insignito della medaglia al merito di Putin. L’informazione, riportata nel sito del governo ceceno, è stata evidenziata su Twitter da un altro oppositore di Putin, Ilya Yashin, che ieri, dopo il fermo di Gubashev e Dadayev, aveva chiesto alle autorità russe di trovare i veri responsabili della morte di Nemtsov e non capri espiatori. E che adesso, su Twitter, chiede alle autorità, russe e cecene, di chiarire se tra lo Zaur Dadayev fermato e quel tenente decorato passi soltanto un rapporto di omonimia”.

Sempre Repubblica diffonde un video in cui parla l’attivista russo Ilya Yashin, amico di Nemtsov e leader del movimento “Solidarietà”. Yashin racconta che Nemtsov stava preparando un dossier contro la guerra in Ucraina. L’attivista spiega che

“Parte del materiale di Boris è stata conservata dai suoi assistenti, e pezzo per pezzo, siamo riusciti a ricostruire il suo archivio. Questo materiale costituirà la base del dossier che pubblicheremo con il titolo che Boris aveva scelto: ‘Putin e la guerra’… Nostro compito è confutare le bugie di Putin e aprire gli occhi della società russa sul fatto che i nostri soldati stanno morendo sul territorio amico dell’Ucraina”