Numerosi scheletri di uomini e di cavalli sono stati rinvenuti dagli archeologi durante degli scavi sul sito della storica battaglia di Waterloo, nell’attuale Belgio, che segnò la sconfitta definitiva e la fine di Napoleone, il 18 giugno del 1815. E si è scoperto che questi arti non erano mai stati ritrovati fino ad ora perché erano stati usati dai contadini locali per sbiancare lo zucchero.
Waterloo, risolto il mistero storico: che fine avevano fatto i resti umani?
“Non potremmo essere più vicini di così alla cruda realtà di Waterloo”, ha dichiarato, citato dalla Bbc, il prof. Tony Pollard, direttore del centro per l’Archeologia dei Campi di battaglia dell’Università di Glasgow, secondo il quale si tratta di un ritrovamento “incredibilmente raro”. Fra i ritrovamenti, tre arti amputati, abbandonati sul sito della fattoria di Mont-Saint-Jean, trasformata in ospedale da campo per le trippe alleate durante la battaglia. Gli scavi sono ripresi a luglio dopo una sospensione che durava dal 2019, prima della pandemia di Covid.
Ossa umane usate per sbiancare lo zucchero
I resti della battaglia di Waterloo, quelli finiti nelle fosse comuni, non erano mai stati ritrovati. Le ossa che non furono sepolte nei comuni cimiteri e quindi non erano mai state trovate.
Ora si è scoperta la ragione della sparizione. La gente del posto, per anni e anni, quei corpi gli ha rubati dissotterrandoli e usando quelle ossa per sbiancare lo zucchero di barbabietola. Inizialmente si era pensato alla fabbricazione di fertilizzanti, specie in Inghilterra, poi sono emerse altre prove.
Ossa a buon mercato per rendere dolce lo zucchero, dunque. I contadini della zona, consapevoli del valore delle ossa e sapendo dove si trovavano le fosse comuni, scavavano e macinavano, poi rivendevano.
La battaglia di Waterloo
A Waterloo morirono decine di migliaia di soldati da entrambe le parti: da una parte l’Armée francese raccolta da Napoleone dopo la sua fuga dall’Isola d’Elba, dall’altra le forze dell’alleanza guidata dai britannici del Duka di Wellington che includevano anche i prussiani del Feldmaresciallo Von Bluecher. Le vittime furono 40mila.