Parigi, passanti accoltellati: rivendica l’Isis. Morto un uomo. L’attentatore era schedato per radicalizzazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2018 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
parigi accoltella centro

Una delle persone accoltellate da un uomo a Parigi (foto Ansa)

PARIGI – Tornano il terrore e la morte ai tavoli dei bistrot di Parigi, come la sera più terribile, quella del 13 novembre 2015. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui, Ladyblitz – Apps on Google Play] Stavolta è un uomo solo, che ha gridato “Allah Akbar!” inseguendo col coltello insanguinato, lungo le stradine attorno all’Opera, fra ristoranti, bar e teatri, la folla di passanti del sabato sera. Immediata la reazione del presidente Emmanuel Macron: “la Francia paga ancora una volta il prezzo del sangue, ma non cede un millimetro ai nemici della libertà”.

A stretto giro è arrivata anche la rivendicazione dell’Isis, che attraverso il suo organo per la propaganda, Amaq, ha affermato che l’attacco è stato messo a segno da “un soldato” dello Stato islamico.

L’aggressore ha accoltellato almeno cinque persone prima che la polizia intervenisse: prima a quanto sembra con un taser e poi con proiettili veri. L’uomo ha affrontato gli agenti gridando “uccidetemi o vi ammazzo!”, poi è crollato a terra, ed è morto pochi minuti dopo. Addosso non aveva nulla nessun documento, sembra neppure un cellulare. In tarda serata, il procuratore della Repubblica Francois Molins, in una brevissima conferenza stampa improvvisata in strada, ha annunciato che è la procura antiterrorismo ad indagare “visto che diverse persone hanno udito l’uomo gridare Allah Akbar”.

L’assalitore, Khamzat Azimov, era nato in Cecenia nel 1997. Aveva 21 anni. Era arrivato in Francia con i genitori, che al momento sono sotto interrogatorio nella capitale francese. Naturalizzato francese nel 2010, non aveva precedenti anche se era stato schedato con la ‘fiche S’ per la sua “vicinanza agli ambienti radicali islamici”. Lo si apprende da fonti vicine all’inchiesta.

Un ristoratore che si è trovato proprio davanti a uno dei raid dell’aggressore – che andava e veniva nella rue Saint-Augustin, a due passi dall’Opera Garnier – ha parlato di “uno che aveva l’aria di un pazzo, di un drogato. Era pronto a tutto, a morire”.

Tutto è cominciato attorno alle nove, al momento in cui l’afflusso è massimo nella zona. Un uomo solo, armato di coltello, ha cominciato ad aggredire e inseguire passanti, scelti a caso, nella rue Monsigny, poi nella rue Saint-Augustin, che va dall’Opera alla Bourse, in un succedersi di bar, caffè, bistrot, ristoranti e teatri. Immediatamente, e in gran numero, sono intervenuti i poliziotti del vicino III arrondissement.

Prima con una pistola taser, poi con le armi vere, a ulteriore dimostrazione che in 3 anni di terrorismo le abitudini dei poliziotti francesi – che all’inizio erano molto più lente e prudenti – sono molto cambiate. L’uomo è caduto a terra, ed è morto pochi minuti dopo. Il panico, intanto, si era scatenato in tutta la zona, con un fuggi fuggi generale, grida, gente che si rifugiava nei bistrot e si barricava all’interno per evitare che dall’esterno il pericolo potesse raggiungerli.

In molti – per un riflesso ormai fatto proprio dai parigini – si sono gettati a terra, altri si sono nascosti sotto i tavoli dei caffè.

A terra sono rimaste cinque persone, un uomo di 29 anni è morto prima di essere trasportata all’ospedale. I quattro feriti sono fuori pericolo: due feriti gravi, un uomo di 34 anni che era stato trasportato d’urgenza al Georges Pompidou, e una donna di 54 anni, e due feriti in modo lieve, una 26enne e un 31enne.

La Francia, dal 2015, continua a vivere sotto la minaccia terroristica. L’ultimo attacco risale al 23 marzo scorso nel sud-ovest, a Carcassonne e a Trebes, dove ha trovato la morte il gendarme-eroe Arnaud Beltrame, che si è offerto in cambio di un ostaggio in un supermercato. In questi giorni, oltre al normale schieramento di Vigipirate – il dispositivo di prevenzione nelle strade – l’allerta è alta per i ponti festivi di maggio con forte afflusso di turisti e per l’impegno militare della Francia nella coalizione militare internazionale in Siria e in Iraq.