Francia. Blitz anti-terrorismo, un morto: “Voleva essere martire”

Pubblicato il 6 Ottobre 2012 - 20:08 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Nel suo covo c’erano elenchi di associazioni ebraiche, testamenti e armi. Questo il bottino della maxi operazione antiterrorismo francese del 6 ottobre che ha sgominato “quasi una cellula” che preparava attentati, come l’ha definita il procuratore. Il bilancio è stato di un morto, Jeremie-Louis Sidney, e 11 feriti. Louis-Sidney, secondo le autorità, sarebbe responsabile dell’attentato del 19 settembre a Sarcelles, alla periferia di Parigi. Un attentato di matrice islamica, con l’uomo di 33 anni e di origini francesi che si era convertito al credo di Allah.

Le retate sono state disposte nella massima segretezza dai servizi antiterrorismo, nell’ambito dell’inchiesta su un attentato del 19 settembre a Sarcelles, alla periferia di Parigi. In quell’occasione fu lanciato in una drogheria kosher di quartiere un ordigno esplosivo, una persona rimase ferita lievemente ma tutta la comunità ebraica locale rimase impressionata, ad appena sei mesi dalle stragi di Tolosa, dove un fanatico che aveva aderito all’islam radicale, Mohamed Merah, aveva ucciso tre bambini e un insegnante in una scuola ebraica.

A compiere l’azione di Sarcelles potrebbe essere stato Louis Sidney, di recente convertito all’islam radicale. Era lui, hanno detto i procuratori di Strasburgo e Parigi, l’obiettivo numero uno di questa vasta retata contro persone di nazionalità francesi, nate fra gli anni Ottanta e i Novanta, simpatizzanti dei movimenti integralisti islamici.

In ogni caso, Louis-Sidney aspettava gli agenti che sono arrivati alle 6 al suo domicilio di Strasburgo sperando nell’effetto sorpresa. Era in piedi e non ha esitato a scaricare contro di loro il caricatore della sua Magnum 357, ferendo un agente alla testa e al torace. La risposta è stata immediata e il ricercato è morto per le ferite gravissime riportate. L’agente si è salvato grazie al giubbetto e al casco antiproiettile.

Le sue impronte erano state trovate sulla bomba artigianale lanciata a Sarcelles, la polizia pero’ lo aveva solo identificato grazie a una sua precedente condanna per traffico di droga e non era riuscita a rintracciarlo. Per il procuratore, era ”un delinquente comune convertito all’islam” e ”voleva morire da martire”. Poligamo, si era rasato la barba, segno che ”stava per passare all’azione”, continua il magistrato.

Un altro dei fermati, residente a Torcy, vicino a Parigi, era armato di una calibro 22 canna lunga, arma ”pronta a sparare”, per il procuratore. ”Si tratta di un’operazione molto seria, di grande ampiezza – ha commentato il primo ministro Jean-Marc Ayrault – lanciata giaà da diverse settimane per smantellare reti terroristiche”.

Il presidente Francois Hollande ha parlato della ”completa determinazione dello Stato nel proteggere i francesi contro tutte le forme di minaccia terroristica”. Le altre persone fermate – l’ultima, l’undicesima, a Nizza in serata – sono per lo più note alla polizia per precedenti fatti di delinquenza comune ma avevano costituito ”un’organizzazione, quasi una cellula”, per il procuratore.

Le loro intenzioni risultano dal materiale sequestrato: quattro ”testamenti”, molte armi, libri islamici di ispirazione radicale, una ”lista di associazioni ebraiche della regione di Parigi”. L’inchiesta, dice la procura, dovrà ”determinare quali fossero gli eventuali progetti terroristici dell’organizzazione”.