Irlanda/ Nella Chiesa Cattolica gli abusi sessuali sui bambini erano “un fatto endemico”, secondo un inchiesta del governo

Pubblicato il 21 Maggio 2009 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA

L’abuso sessuale sui bambini era un “fatto endemico” nelle istituzioni maschili irlandesi affidate alla Chiesa Cattolica negli anni ’30, a quanto riferisce l’Agi.

Questa la conclusione cui è giunta la Commissione d’inchiesta voluta dal governo di Dublino, dopo che nel Paese erano emersi numerosi episodi di pedofilia e la Chiesa era stata accusata di aver coperto alcuni di questi casi.

“L’abuso era endemico nelle istituzioni maschili”, si legge nel rapporto, le cui conclusioni erano molto attese e secondo il quale “l’abuso sessuale era noto alle autorità religiose come un problema persistente”.  L’indagine, iniziata nel 2.000, rivela che furono migliaia i bimbi vittime di abusi sessuali negli orfanotrofi, nelle scuole, nei riformatori ed anche negli istituti per disabili diretti dalla Chiesa irlandese.

E il documento risulta un duro atto d’accusa nei confronti delle autorità ecclesiastiche che, pur consapevoli di quanto accadeva nel segreto degli edifici, chiusero gli occhi: “Il danno (ai bambini) era interpretato dalle congregazioni nell’ottica dello scandalo potenziale o della cattiva pubblicità che ne poteva derivare qualora fosse venuto alla luce”, si legge nel documento.

Secondo il giudice Sean Ryan, che ha presieduto la commissione, quando le autorità ecclesiastiche venivano messe di fronte all’evidenza delle prove rispondevano trasferendo i responsabili (preti o monache) in un’altra struttura dove in molti casi, essi continuavano indisturbati nelle loro pratiche.

“La tutela dei bambini non venne mai presa in considerazione”. Gli abusi vennero raramente denunciati alle autorità civili, ma quando ciò accadde, ci fu una collusione e mai nessuno dovette rispondere alla giustizia dei suoi abusi.

Dagli anni 40 in poi nelle strutture religiose vissero circa 35.000 bambini, Il rapporto -che ha raccolto la testimonianza di oltre 2.500 persone che vissero in 216 tra scuole e istituzioni varie e che oggi hanno tra i 50 e i 70 anni- è un orrendo catalogo di abusi sessuali, ma anche di violenze fisiche e mortificazioni psicologiche.

Bimbi che cercavano il cibo nella spazzatura o nei pasti per gli animali; episodi di bullismo dei più grandicelli ai danni dei più piccoli e deboli; camere da letto gelide, spartane e squallide, bambini lasciati in abiti imbrattati e bagnati, costretti a lavorare per ore all’aperto.

Già nel 2003 era stato pubblicato un rapporto provvisorio con le dichiarazioni di circa 700 testimoni, che raccontavano di bambini picchiati con le cinghie e i bastoni; che subivano abusi a volte da più persone contemporaneamente; e il governo aveva promesso di indennizzare le vittime.

Lo scandalo era scoppiato quando un documentario televisivo, alla fine degli anni ’60, aveva raccontato l’inchiesta di una giornalista, Mary Rafthery, sulle “case degli orrori”. I nomi dei colpevoli non saranno resi noti, eccetto che nei casi in cui c’è già stata la condanna, né ci sarà dunque alcuna conseguenza legale.

Di qui, dunque, la delusione delle vittime. Un gruppo ha già fatto sapere che molti «saranno probabilmente più traumatizzati dal sapere che, dopo questa lunga inchiesta, non ci sarà alcuna incriminazione nei confronti dei responsabili nè degli ordini religiosi che furono complici delle brutali violenze su bambini innocenti».

E Irish Survivors of Child Abuse ha chiesto a «Sua santità, Benedetto XVI di convocare uno speciale Concistoro per indagare pienamente le attività degli ordini religiosi cattolici in Irlanda».