Pensioni private addio: la Polonia le nazionalizza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2013 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni private addio: la Polonia le nazionalizza

Il premier polacco Donald Tusk (Foto Lapresse)

VARSAVIA –  Previdenza privata addio: la Polonia segue l’esempio di Ungheria e Argentina e nazionalizza le pensioni. L’obiettivo, scrive Marco Lo Conte sul Sole 24 Ore, sarebbe quello di ridurre il debito pubblico dell’8% per scendere dall’attuale 52,7% del Pil sotto la soglia del 59%.

Il premier Donald Tusk intende far trasferire all’Erario le obbligazioni dei fondi pensioni coperti da garanzia pubblica. In tutto oltre 40 miliardi di euro. La previdenza privata, in Polonia, ha un peso di quasi il 20% del Pil nazionale.

In questo modo il patrimonio della previdenza complementare verrà dimezzato (i titoli di Stato ammontano al 51,5% degli “asset under management” dei fondi pensione) e si ridurrà il suo ruolo.

Per il futuro, poi, il ministro delle Finanze Jacek Rostowski ha annunciato che il governo cambierà la normativa sugli investimenti dei fondi pensione, per ampliare le possibilità di investire in titoli azionari.

La decisione di Tusk ha fatto discutere. Contraria l’associazione dei fondi pensione, secondo cui si tratta di un’iniziativa incostituzionale visto che l’annessione di asset non prevede compensazioni da parte dello Stato. Critiche anche le società di gestione del risparmio che amministrano i patrimonio dei fondi pensione, come Ing, Aviva, Axa, Generali, Allianz. 

 

Ma questa privatizzazione delle pensioni può accadere anche in Italia? Ecco come risponde Lo Conte sul Sole 24 Ore:

I fondi pensione complementari italiani, in particolare, presentano costi particolarmente bassi se confrontati con quelli di analoghi strumenti europei e con rendimenti medi che negli ultimi otto anni – crisi compresa – hanno battuto quello dei Tfr, alternativo nelle scelte dei lavoratori italiani.

Il fianco scoperto del sistema italiano di secondo pilastro è rappresentato dalla gestione prudente (…). E infine sono da considerare le condizioni fiscali dei fondi pensione: divenuti particolarmente convenienti negli ultimi due anni a causa dell’inasprimento dell’imposizione fiscale di altri strumenti utilizzati analogamente come forma di risparmio di lungo termine: da una parte il recentissimo decreto 102 che taglia le detrazione per le polizze Vita e dall’altra l’imposta definita dal decreto Salva Italia dello 0,15% sul totale affidata in gestione a fondi comuni, Etf, gestioni finanziarie.

I tecnici (…) sanno che un’analoga “annessione” a quella polacca di titoli di Stato porterebbe nelle casse pubbliche solo 30 miliardi: poco se confrontato con gli oltre 90 miliardi di euro di interessi sul debito pagati da Repubblica italiana nel 2012 ai propri sottoscrittori di titoli di Stato. E soprattutto rispetto ai 120 miliardi di euro in asta da qui alla fine dell’anno: una nazionalizzazione verrebbe letta come un mossa disperata per far quadrare i conti, con conseguente impennata dei rendimenti dei Btp. E di conseguenza delle tasse dei contribuenti italiani.