Personalità russe: la classifica della Pravda

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 13:14| Aggiornato il 23 Gennaio 2010 OLTRE 6 MESI FA

La Komsomolskaya pravda, il giornale più venduto di Russia, ha pubblicato recentemente la lista delle personalità più popolari della Federazioni. Quasi tutti i personaggi sono ignoti al lettore che non guarda la televisione e i dibatti politici di Mosca. Tuttavia, alcuni di questi nomi sono istruttivi e rivelano in filigrana i pilastri culturali e politici dell’ex Unione Sovietica.

In testa alla classifica, nessuna sorpresa. Vladimir Putin e Dmitry Medvedev si dividono il comando. Se così non fosse stato, era già pronto per il redattore un posto in seconda classe direzione Siberia. Si esagera, certo, ma il nome di Anna Politikovskaya è lì per ricordarci qualcosa. E’ interessante comunque notare che l’ex agente segreto del KGB e ex-presidente, Putin, supera abbastanza nettamente il presidente attuale, e formalmente, capo dello stato, Medvedev. Il 67 contro il 50 %. Non vuol dire nulla, ma indica comunque una visione nazionale. Negli istituti di relazioni internazionali europei ci si chiede quale sia l’effettivo rapporto di forza all’interno di questa diarchia atipica e mai sperimentata nella storia russa. Come che sia, il popolo della federazione sembra considerare più effettiva l’autorità di Putin.

Il giornale, pur assegnando il primato della classifica alla coppia del potere Medved-Putin, sceglie di titolare in rosa con due delle donne presenti in classifica, Alla Pugacheva e Ksenia Sobchak.

La prima si piazza al terzo posto, con un buon 17 %. Il nome Pugacheva dice probabilmente qualcosa solo ai russi e ai cittadini adulti dei paesi del ex patto di Varsavia. Eppure nella sua patria e nell’Europa dell’Est un culto religioso è votato ad Alla Pugacheva, mezzo soprano, che dagli anni 60 imperversa dalle stazioni della radio sovietica. Nel 1991 le fu perfino assegnato il prestigioso premio di « Artista del Popolo dell’Unione Sovietica » la più alta onorificenza del regime dedicata ai meriti artistici.

Ksenia Sobchak è solo ventesima. Eppure, questa, per la carriera che fa e il nome di famiglia, rappresenta da sola un pezzo di storia russa contemporanea. Da molte parti la descrivono come la Paris Hilton degli Urali (guarda le foto): di famiglia ricca e potente, sexy e smaliziata, la Sobchak ha condotto, come l’omologa americana, un reality in televisione. A soli 27 anni, la giovane ragazza ha recitato in un film e ha lanciato griffe di vestiti.

Ma ciò che più conta è da dove viene. Perché Ksenia è figlia di Anatoly Sobchak, primo sindaco di Leningrado democraticamente eletto. Fu proprio lui a riuscire, dopo una difficile battaglia, a ratificare il ritorno della città baltica al precedente nome di San Pietroburgo. Nei turbolenti anni 90 russi, Anatoly fu sodale del presidente Eltsin ma soprattutto il mentore di un giovane Putin.

La maggior parte degli affari di San Pietroburgo fu governata in quegli anni da un triumvirato di cui facevano parte, oltre a Sobchak, Vladimir Yakovlev e lo stesso Putin. Durante quel periodo si dice che la criminalità e la corruzione abbiano raggiunti livelli inediti e così, alla fine del mandato, Sobchak fu accusato di malversazioni. Nel 1997 Sobchak fece come Craxy: espatriò. Con un aereo privato decollò da San Pietroburgo, senza che nessuno si prendesse la briga di controllarne i documenti.

Putin in quell’occasione non tradì l’amico, tenendo per sé i segreti scomodi del periodo pietroburghese e qualche anno dopo, quando scalò in maniera fulminante tutti palazzi del potere, riuscì a garantirgli un’amnistia totale da ogni processo. Pare che tra le ragioni che portarono alla sorprendente decisione di Eltsin di designare Putin come successore ci fosse anche il fatto che Putin avrebbe garantito che nulla di quanto apparteneva alla famiglia di Sobchak sarebbe stato toccato dalle autorità. In qualunque modo queste ricchezze fossero state guadagnate.