Santiago de Compostela, scarcerato macchinista Francisco Garzon: “Ero distratto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2013 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA
Santiago de Compostela, scarcerato macchinista Francisco Garzon: "Ero distratto"

Francisco José Garzon Amo (Foto da Facebook)

ROMA – Francisco José Garzon Amo, il macchinista del treno ad alta velocità deragliato a Santiago de Compostela, è libero: lo ha deciso il giudice istruttore Luis Alaez che gli ha ritirato il passaporto e gli ha imposto l’obbligo di firma ogni settimana. Il giudice lo ha anche interdetto dalla guida. Il macchinista del treno deragliato il 24 luglio ha ottenuto la scarcerazione dopo aver ammesso la propria imprudenza: non ci sarebbero pericolo di fuga né di inquinamento delle prove.

Garzon, 52 anni, è accusato di omicidio colposo plurimo per la morte di 79 passeggeri del convoglio. L’ultima vittima, Myrta Fariza, portoricana, è morta domenica 28 luglio nell’ospedale universitario di Santiago de Compostela. La Renfe, la società che gestisce le ferrovie spagnole, si è costituita parte offesa per accedere a tutte le fasi dell’inchiesta. Garzon, a sua volta, come dipendente della Renfe ha diritto ad essere assistito dalla società nella sua difesa.

Intanto montano le polemiche sui soccorsi, secondo alcuni troppo tardivi e mal coordinati. Ma alle accuse il presidente della Giunta galiziana, Alberto Nunez Feijoo, replica difendendo l’efficienza degli interventi, visto il contesto particolarmente difficile: ”Nonostante la situazione gravissima, ha detto Feijoo, del Partito Popolare del premier Mariano Rajoy, i soccorsi sono stati tempestivi, come è stato riconosciuto anche dalle autorità nazionali”.

La curva ”A Gradeira”, quella affrontata a circa 190 chilometri orari dal treno della morte, attraversa la minuscola frazione di Angrois, a 4 chilometri da Santiago. Si trova in un tratto scosceso e ha strade piccole e anguste. L‘intera curva ai lati ha barriere di cristallo alte circa 5 metri per attutire i rumori del passaggio del treno.

I soccorritori, primi tra tutti gli abitanti della frazione, hanno dovuto aggirarle per raggiungere i feriti. Ma molte cose, come scrive El Pais, non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Si sono attese ben due ore prima di decretare lo stato di ‘allerta 2’, quello più elevato. Il camion per il coordinamento delle operazioni è arrivato con un’ora e tre quarti di ritardo e per oltre un’ora e mezzo il responsabile del coordinamento delle operazioni di soccorso ha avuto a sua disposizione soltanto un telefono cellulare. Due elicotteri non sono potuti atterrare a causa della mancanza di visibilità in quanto non erano stati ancora predisposti i gruppi elettrogeni.

La replica del presidente galiziano è stata secca: ”La prima ambulanza, ha fatto notare Feijoo, era sul posto dopo appena otto minuti ed in tre ore siamo riusciti a soccorrere e portare in ospedale 178 feriti, e in 72 ore sono state fatte ben 78 autopsie”.