Soffre di sensibilità chimica multipla: in una casa di fango e paglia è guarita, ma è abusiva

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2017 - 07:28 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Allergica alle case moderne Kate, che soffre di “sensibilità chimica multipla” (MCS), insieme al marito Alan Burrows ha deciso di vivere a Tarka Valley, nei pressi di Chulmleigh, Devon, dove hanno costruito un’abitazione di fango, tronchi d’albero e paglia. Ma ora, dopo 19 mesi di vita all’aperto, rischiano lo sfratto dalla loro, quanto meno rustica, abitazione, con pareti rivestite di malta, un’alternativa al cemento.

Il North Devon Council ha deliberato che hanno infranto le normative sulla pianificazione territoriale e a dicembre dovranno lasciare la casa, realizzata sul bordo della A377, un’area di alto valore paesaggistico su cui non è permesso costruire.

Alan, 47 anni tecnico di fotocopiatrici, e Kate, 45 artista, sono sposati da dieci anni; la donna ora fa la badante part-time e insieme al marito stanno cercando di realizzare una fattoria sul loro terreno, dove inizialmente vivevano in una roulotte: “Prima di trasferirci, vivevamo in una normale casa in affitto ma non potevamo continuare con quello stile di vita. Ero sempre malata ma non sapevo cosa non andasse”.

Afferma che i suoi malesseri erano causati dall’acqua, l’energia elettrica, il wi-fi, la vernice alle pareti e che ora è guarita: “Ho sempre amato la natura e volevo essere autosufficiente; nell’abitazione precedente c’era acqua corrente e riscaldamento ma qui, nemmeno un rubinetto e dobbiamo filtrare l’acqua”. “Abbiamo tagliato il legno, costruito la casa da soli ma è stato meno faticoso di quanto credessi”.

Ora la Burrows è preoccupata, se dovessero lasciare l’abitazione, che dispone di due camere da letto, cucina, soggiorno e bagno esterno cui arriva acqua calda da un boiler di fortuna, non saprebbero dove andare. All’esterno della casa c’è una pompa a mano che fa arrivare l’acqua dal fiume, i pannelli solari sul tetto forniscono energia e la coppia alleva polli, capre, oche.

“E’ il nostro nido, non posso tornare a vivere in una casa moderna, mi ammalerei nuovamente. Questa è la vita normale, è ciò che l’uomo ha sempre fatto”. Kate sta conducendo una campagna per le politiche di pianificazione in Inghilterra e norme urbanistiche nel Galles, affinché possano essere realizzate case autosufficienti come la loro.

Il National Institute for Health and Care Excellence, definisce la “sensibilità chimica multipla” (MCS), la sindrome di cui soffre Kate, una condizione a cui non c’è una spiegazione medica ma, ammette, che può causare “gravi effetti collaterali”. Andy Jones, docente di Scienze Ambientali, spiega:”La MCS è una malattia che molti medici rifiutano di riconoscere, non ci sono prove che sia associata alle sostanze chimiche”.

“Spesso le persone che soffrono di questa sindrome, sostengono che sia causata da sostanze chimiche moderne dimenticando quelle che esistono in natura: dalla decomposizione al polline dei fiori ma questi sembrano non provocare reazioni”.

La MCS, sindrome che in Italia costringe all’isolamento circa 300.000 persone, i cosiddetti “malati invisibili”, può provocare gravi reazioni allergiche, crisi respiratorie anche in presenza del solo profumo, di uno shampoo, un detersivo o un deodorante.

Nel Regno Unito, ne soffrono migliaia di persone e il Ceo dell’ente di beneficienza MCS-Aware, afferma che le persone malate non elaborano le tossine come le persone sane. “Purtroppo ci sono tante persone per le quali vivere in una casa normale, diventa un grosso problema. Non esiste una cura “magica””, e probabilmente, l’unica via per preservare la salute è quella di vivere nel modo più naturale e pulito possibile.