Allarme meduse: in Spagna chiudono alcune spiagge, l’Italia vuole una task-force

Pubblicato il 3 Agosto 2010 - 19:22 OLTRE 6 MESI FA

E’ allarme meduse in Spagna. Per la grande presenza alcune spiagge sono state chiuse. Ma l’ emergenza è anche sulle nostre coste: ”Anche questa estate – ha detto Ferdinando Boero, professore di Zoologia e Biologia marina all’Università del Salento e a capo del progetto di avvistamento ‘Occhio alla medusa’ – c’è una forte presenza di meduse in Italia, e viene proprio da chiedersi come mai non si sia pensato ad una task-force per arginare questo problema, come accade invece in Spagna e Francia”.

E così nella penisola iberica, sulla Costa Blanca, a Nord di Alicante, diverse spiagge hanno dovuto chiudere ai bagnanti. Sul versante francese, invece, in Costa Azzurra, molti stabilimenti balneari nelle località di Mentone, Roquebrune, Villafrance e Nizza ci sono dei cartelli che avvisano di fare molta attenzione al momento di entrare in acqua. La colpa è di un’invasione di meduse che non dà tregua in uno degli anni più caldi degli ultimi 160 anni, come conferma anche uno studio del Met Office, l’ufficio meteorologico britannico. La situazione più grave è proprio quella della Spagna, dove a farla da padrone sui mari della Costa Blanca è uno sciame di meduse luminose.

Il contatto con i loro tentacoli viola brillante, che emettono una luce gialla di notte, provoca un bruciore lieve, ma può causare gravi reazioni allergiche in alcune persone e anche condurre all’insufficienza cardiaca. La Croce rossa spagnola ha dovuto sottoporre a trattamenti medici circa 50 persone in mezz’ora in una spiaggia di Denia, una delle località più famose della regione, che attrae circa due milioni di turisti stranieri ogni anno. Ora il timore è che si possano raggiungere i livelli del 2008, quando un numero record di persone, circa 4.000, sono state curate per le punture delle meduse nella sola Denia.

Ma c’è di più, perché sempre in Costa Blanca, gli esperti marini quest’anno hanno rilevato anche un aumento del numero di Carybdea marsupialis, nota come cubo medusa. Questa medusa si trova più comunemente nelle acque tropicali del Mar dei Caraibi e la sua puntura dolorosa lascia un bruciore che dura fino a tre settimane. Il ministero dell’ Ambiente spagnolo, a fronte di una situazione giudicata della massima pericolosità, ha inviato diverse imbarcazioni fuori dalle acque balneabili per pattugliare la costa alla ricerca di meduse, in modo che una volta individuate possano essere segnalate ai bagnanti con una bandierina rossa che indica il divieto di entrare in acqua.

E in Italia? ”Da noi si aspetta che il problema passi da solo – continua l’esperto – forse perchè si ha timore che i turisti non frequentino più le nostre spiagge, mentre occorrerebbe informare di più sui rischi. Tra le altre cose, ne risentiremo a breve anche per quanto riguarda il mercato della pesca, dal momento che le meduse si cibano di larve di pesce”. ”Sia della cubo medusa che della medusa luminosa (le specie avvistate in Spagna, ndr) sono pieni tutti i nostri ottomila chilometri di costa – afferma ancora l’esperto – la prima e’ presente esclusivamente sulla costa adriatica centrale (Marche e Abruzzo) la seconda invece all’Isola d’Elba, nel mar Ligure e lungo la costa tirrenica della Sicilia e della Calabria”.