Spagna in tilt contro la riforma del lavoro. Scontri a Barcellona

Pubblicato il 29 Marzo 2012 - 20:53 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Spagna paralizzata oggi, o quasi, dallo sciopero generale proclamato dai sindacati contro la riforma del lavoro varata dal premier Mariano Rajoy per combattere una disoccupazione endemica e rilanciare l'economia, che rende soprattutto piu' facili e meno costosi per le imprese i licenziamenti. Violenti scontri sono esplosi soprattutto a Barcellona, dove gruppi di antisistema hanno bruciato cassonetti e spaccato vetrine di alcuni negozi del centro, tra cui uno Starbucks Coffee, che è stato dato alle fiamme. Scene di guerriglia attorno alle Ramblaa e a Paseo de Gracia, con decine di manifestanti che si sono scontrati a piu' riprese con agenti antisommossa che, secondo La Vanguardia online, hanno usato anche proiettili di gomma.

In tutto il Paese, centinaia di collegamenti aerei e ferroviari ad alta velocita' sono stati annullati. Hanno funzionato solo quelli previsti dagli accordi sul servizio minimo. Metro e bus quasi fermi nelle citta', nettezza urbana paralizzata, scuole, ospedali e amministrazione al rallentatore. Le fabbriche si sono fermate.

I sindacati parlano di un'adesione al 75%. Il governo di assoluta ''normalita''', mettendo avanti i dati sul consumo elettrico – il 'termometro' dell'impatto economico dello sciopero – che non e' calato piu' che nel 2010 durante lo sciopero generale contro i tagli e la riforma delle pensioni decisi dal governo socialista di Jose' Luis Zapatero.

Oltre agli scontri di Barcellona, incidenti sporadici si sono registrati anche a Madrid, Siviglia, Malaga, Saragozza. Ci sono stati 58 fermi, sei feriti leggeri, uno piu' serio. Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni di protesta a Madrid, Barcellona, Siviglia, Saragozza e in diverse altre citta'.

I due grandi sindacati del paese, Ugt e Ccoo, hanno lanciato un ultimatum a Rajoy, chiedendo l'avvio di un negoziato per modificare i termini della riforma entro il primo maggio. Altrimenti, hanno minacciato i due segretari Candido Mendez e Ignacio Toxo, il conflitto si fara' incandescente. Ma il governo ha gia' riposto negativamente.

''La svolta riformista e' inarrestabile'', ha replicato il ministro del Lavoro Fatima Banez, e la legge ''non sara' cambiata''.

Lo sciopero generale – l'ottavo dalla fine del franchismo – proclamato oggi dai sindacati con l'appoggio dell'opposizione socialista e di sinistra, e' la prima grande prova di forza sul fronte sociale per Rajoy, al potere da 97 giorni. Interviene alla vigilia dell'adozione in consiglio dei ministri, domani, del nuovo giro di vite da quasi 20 miliardi previsto dal premier per rispettare l'impegno preso con l'Ue di ridurre quest'anno il deficit pubblico al 5,3%, dall'8,5% ereditato nel 2011 da Zapatero. Rajoy, che ha in parlamento una maggioranza assoluta, non intende fare passi indietro.

Ha annunciato per le prossime settimane nuove riforme strutturali, ''non minori'' delle tre gia' adottate nei primi due mesi di governo: risanamento del settore bancario e degli attivi immobiliari 'tossici', lavoro e 'deficit zero'. Il premier spagnolo, superate, meno bene del previsto, le regionali andaluse di domenica, ha davanti a se' 4 anni senza scadenze elettorali importanti. Punta sul risanamento finanziario e sulle riforme a tappe forzate per rilanciare l'economia e allontanare dal paese lo spettro di un 'contagio greco' e gli attacchi degli speculatori, che si sono riattivati negli ultimi giorni.