Spagna: gli indignados chiudono la “Republica” di Puerta del Sol

Pubblicato il 12 Giugno 2011 - 19:15| Aggiornato il 13 Giugno 2011 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – ”No nos vamos, mudamos a tu consciencia” (Non andiamo via, traslochiamo nella tua coscienza) annuncia lo striscione lasciato in mezzo a Puerta del Sol. Dopo quattro settimane, sabato 11 giugno gli ‘indignados’ lasciano il ‘Chilometro Zero’ di Madrid, smantellando l’accampamento-suk che era diventato il grande simbolo della rivolta dei giovani spagnoli e salutano con una lunga manifestazione per le strade della capitale.

Ma, ”traslochiamo solo per allargarci” promette un cartello incollato a un lampione, mentre in tutta la piazza decine di ragazzi per tutto il giorno hanno smontato tende, staccato dazibao e striscioni, sbaraccato uffici di cartone improvvisati, portato travi, sedie di plastica e altri residui ‘rivoluzionari’ ai camion prestati dalla nettezza urbana di Madrid. E pulito coscienziosamente per terra.

”Lasceremo la piazza più pulita di quando siamo arrivati” hanno promesso. La sofferta decisione di smontare l’accampamento simbolo della ‘spanish revolution’ era stata presa lunedi’ notte, in una assemblea maratona.

La misura si era resa necessaria per evitare che il movimento si esaurisse nei problemi esistenziali degli accampati. Come evitare la violenza notturna (la ‘repubblica libertaria’ di Sol ha attirato ogni tipo di sbandati della notte), le molestie, denunciate dalla Commissione femminismo, rispondere alle proteste di abitanti e commercianti della zona, che denunciavano problemi di igiene, di sicurezza, perdite stimate in 30 milioni di euro? Alla fase delle occupazioni – iniziata il 15 maggio a Madrid – che ha dato visibilita’ alla protesta dei giovani nel paese, e in tutto il mondo, viene ora quella della agitazione ‘epidermica’: Madrid avra’ un accampamento itinerante da un quartiere all’altro, e ripartira’ un ciclo di proteste puntuali contro i ‘nemici’ indicati dall’inizio: i politici corrotti, la ‘collusione’ con le banche da denunciare seguendo l’esempio della ”rivoluzione islandese”, la disoccupazione endemica (il 45% fra i giovani), la democrazia ‘deviata’.

Negli ultimi giorni già migliaia di ‘indignados’ hanno manifestato pacificamente a Madrid e in altre citta’ per la formazione dei nuovi consigli regionali e comunali eletti il 22 maggio, al grido di ”non ci rappresentate”. Centinaia di indagati per corruzione fanno parte delle nuove assemblee. A Valencia la polizia ha caricato con violenza davanti alla Regione – il presidente Francisco Camps (Pp) e’ imputato per presunta corruzione – un po’ di tensione c’e’ stata anche a Madrid durante la cerimonia di investitura del sindaco Alberto Gallardon, pure del Partido Popular. Una grande manifestazione contro la politica corrotta e per chiedere piu’ democrazia e’ prevista domenica prossima in tutto il paese. In ottobre e’ in programma una giornata di protesta mondiale, per la ‘World Revolution’. Certo non tutti sono d’accordo sul cambio di strategia. A Barcellona gli indignados di Plaza Catalunya hanno deciso di smantellare l’accampamento, ma una minoranza radicale vuole andare avanti. Stessa cosa a Madrid, dove alcune decine di persone hanno annunciato che rimarranno a Puerta del Sol.

La piattaforma ‘Democracia Real Ya!’ – che ha deciso di lasciare sulla piazza solo un punto di informazione costruito in legno di recupero – ha chiarito che non la rappresentano. Sembra probabile che vengano fatti sloggiare rapidamente dalla polizia.