Spagna, sciopero a corte: re Juan Carlos resta senza servitù

Pubblicato il 7 Marzo 2013 - 14:48| Aggiornato il 8 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Sciopero a corte: succede nella Spagna della crisi. Per la prima volta nella storia della monarchia iberica i 500 lavoratori dei palazzi reali hanno deciso di fermarsi per due giorni contro i tagli al Bilancio dell’amministrazione pubblica e dei dipendenti della Corona decisi dal governo di Mariano Rajoy. In particolari la protesta è contro i tagli del 15% ai salari, l’abolizione della tredicesima e l’allungamento della settimana lavorativa.

Oltre ai dipendenti dei musei anche il personale della famiglia reale ha intenzione di scioperare. Così re Juan Carlo e la regina Sofia rischiano di ritrovarsi senza cuochi, camerieri, giardinieri, alabardieri, portieri, palafrenieri, autisti e guardiani. E’ quel che succede ai reali ai tempi dell’austerity.

Per lo sciopero non hanno scelto due giorni a caso, ma il 28 e il 29 marzo, appena prima Pasqua. Quando, cioè, il flusso dei turisti è alle stelle. Il rischio, quindi, è che la chiusura forzata dei vari musei e siti d’interesse artistico come il monastero di San Lorenzo all’Escorial, il mausoleo della Valle de los Caidos, la Zarzuela e i Musei del Palazzo Reale impediranno le visite di circa 100mila turisti, con introiti persi per circa un milione di euro.