Ue. Il 112 italiano non è a norma, in arrivo dalla Corte una supermulta

Pubblicato il 5 Maggio 2010 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA

La Commissione europea prende l’Italia per l’orecchio e sul 112 lo fa per la seconda volta.  Mercoledì a Bruxelles la Corte europea di giustizia ha di nuovo richiamato il nostro paese per non aver attivato il numero telefonico d’emergenza 112.

L’Italia era già stata condannata per questo15 gennaio 2009, ma questa volta oltre alla tirata d’orecchie la Corte ha chiesto una pesante sanzione pecuniaria: 39.680 euro al giorno per tutto il tempo che sarà intercorso fra la prima e la seconda condanna della Corte, più 178.560 euro al giorno, a partire dalla seconda sentenza di condanna e fino a quando il Paese non si metterà in regola.

Tutto perché il nostro paese non si è allineato con gli altri Stati membri, dove è garantita alla persona che chiama da cellulare il numero unico d’emergenza, il 112, di essere rintracciata. In questo modo la posizione dell’utente è immediatamente trasmessa ai servizi di emergenza.

In Italia il 112 esiste già, ma rispondono i carabinieri, i quali hanno adottato una serie di provvedimenti per la realizzazione della propria struttura di risposta in lingua straniera al fine di fornire un efficiente servizio in tutte le province ai cittadini stranieri. Ma ciò non basta. Occorre realizzare un “call center laico” capace di ricevere e inoltrare telematicamente gli allarmi alle altre centrali operative di secondo livello, quelle della polizia di Stato, dei carabinieri, dei vigili del fuoco e del soccorso sanitario (oltre a tutti quegli altri enti che contribuiscono alle operazioni di soccorso, quali guardia di finanza, soccorso alpino e speleologico del Cai, guardia costiera, corpo forestale dello Stato e polizia locale). Questo (in sperimentazione a Varese) porterà sostanzialmente ad una forte riduzione dei tempi di intervista telefonica e di invio dei mezzi di polizia o di soccorso senza più problemi di localizzazione del chiamante.

Intanto presentando alla stampa la decisione, il portavoce del commissario responsabile del settore delle Tlc, Neelie Kroes, ha osservato che “c’è della gente che muore in Italia a causa della mancata attivazione del servizio d’emergenza del 112, che permetto ai soccorsi di individuare con precisione il luogo da cui si chiama in caso di incidente”. Un servizio che sarebbe particolarmente utile, ad esempio “per i turisti in Italia che potrebbero non sapere esattamente dove si trovano”.

Finora, ha riferito portavoce, Jonathan Todd, le autorità italiane hanno risposto alle sollecitazioni della Commissione a dare esecuzione alla sentenza della Corte prendendo tempo. “Ci hanno sempre assicurato che stavano provvedendo, ma le assicurazioni verbali non bastano. È necessario che l’Italia attivi il servizio d’emergenza del 112 come hanno fatto tutti gli altri paesi dell’Ue”, ha concluso il portavoce.

In realtà il Governo ha stanziato nel 2009, con un decreto legge, 42 milioni di euro che verranno destinati a una parte degli investimenti necessari per attuare la normativa europea. La pubblicazione del decreto è avvenuta il 25 settembre 2009. Questo stanziamento sta tentato di evitare la sanzione ma siamo ancora agli incontri tra i diversi ministeri interessati. Occorre ora procedere, in fretta, ad una razionalizzazione e concentrazione delle attuali centrali operative, con investimenti tecnologici capaci di rendere la risposta alle emergenze più rapida ed efficace.