Vladislav Voloshin, è stato trovato morto il pilota accusato dalla Russia di aver abbattuto il boeing malese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2018 - 06:39 OLTRE 6 MESI FA
Vladislav Voloshin

Vladislav Voloshin

KIEV, UCRAINA – E’ stato trovato morto nella sua abitazione l’ex pilota militare Vladislav Voloshin, direttore dell’aeroporto internazionale Mykolaiv, in Ucraina, accusato da Mosca dell’abbattimento del volo MH17 della Malaysian Airlines il 17 luglio 2014, in cui persero la vita 298 persone.

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Voloshin, 29enne ex pilota ucraino, ha sempre sostenuto di essere vittima di una grottesca campagna diffamatoria da parte della Russia, in Occidente considerata responsabile dell’abbattimento del jet, scrive il Daily Mail.
In Ucraina alcuni report riferiscono che è stato trovato morto nella sua abitazione a Mykolayiv: aveva una ferita causata da un’arma da fuoco e le autorità hanno avviato un’indagine per omicidio anche se le prime notizie ipotizzano si sia tolto la vita, ai colleghi di lavoro aveva riferito di essere depresso.
La moglie ha detto di aver sentito un colpo di pistola ed è corsa in suo aiuto, ha chiamato la polizia e l’ambulanza ma i paramedici non sono stati in grado di salvargli la vita.

Dopo le accuse russe formulate nel dicembre 2014, Voloshin aveva lasciato l’aviazione ucraina e dall’anno scorso era direttore del’aeroporto internazionale di Mykolayiv.
Nel 2016, un documentario della BBC ha messo in evidenza le affermazioni in conflitto con l’indagine ufficiale guidata dagli olandesi che insiste sul fatto che l’MH17 sia stato abbattuto da un potente missile Buk terra-aria lanciato dai separatisti filo-russi sostenuti da Mosca.
Lo scorso anno Voloshin aveva affermato: “Non ho abbattuto il Boeing. Un mio ex ufficiale militare Evgeny Agapov, ingegnere meccanico, contro di me ha fornito una prova falsa” e aggiunto:”Il 17 luglio non abbiamo effettuato voli. L’ingegnere invece sostiene che tre aerei siano partiti in missione e io sia stato l’unico a tornare ma tutto ciò è accaduto il 23 luglio”.

La Russia aveva affermato che Agapov era un testimone credibile della base aerea di Dnipropetrovsk, dove servivano entrambi.
Agapov ha affermato che il capitano ucraino ha effettuato una missione con  missili aria-aria, ed è tornato subito dopo che il Boeing 777 è stato abbattuto, sprovvisto dei missili.
Dopo l’atterraggio, Voloshin era “spaventato”, borbottava che il “velivolo” in arrivo, presumibilmente l’MH17, “era nel posto sbagliato al momento sbagliato”, ha affermato il testimone.
Il funzionario della SBU Markiyan Lubkivskyi ha ribattuto che il 17 luglio Voloshin non era impegnato in voli di combattimento e non aveva usato armi contro bersagli aerei.

Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la Difesa dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov, in relazione al volo ha accusato Mosca di aver fatto propaganda per “nascondere i crimini organizzati dalla Federazione russa, anche contro i civili” e “hanno usato un missile terra-aria Buk”.
Il portavoce della Commissione d’inchiesta russa ha riferito che “i fatti e le informazioni che il testimone possedeva e che ha condiviso convincono gli investigatori della veridicità della testimonianza, confermata anche dal test al poligrafo”.
Voloshin aveva lasciato l’aviazione ucraina nel 2016 sostenendo che lo stipendio non gli consentiva di crescere i due figli.