11 anni, a casa da solo per 20 minuti: i genitori a processo per abbandono minori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2018 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
11 anni, a casa da solo per 20 minuti: i genitori a processo per abbandono minori

11 anni, a casa da solo per 20 minuti: i genitori a processo per abbandono minori

ROMA – La separazione e la causa per l’affido del figlio di una coppia di genitori di Ivrea già non era una passeggiata per via della tensione, ma è una passeggiata vera di 20 minuti che sta costando ai due un processo per abbandono di minori.

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Il 29 marzo di tre anni fa, mentre il padre ha in custodia il figlio undicenne, decide di fare una passeggiata nel parco sotto casa subito dopo pranzo: il figlio si impunta per non andare (c’è anche la nuova fidanzata di papà), il padre decide di uscire lo stesso lasciandogli il numero di telefono per qualsiasi evenienza.

Rimasto solo il ragazzino telefona immediatamente alla mamma, lontana una cinquantina di km: invece di rassicurarlo lei lo spinge a telefonare al 113. Quando il padre torna trova la Polizia: a questo punto scatta la denuncia, ma per entrambi i genitori, lui per abbandono di minori, lei per non essere corsa a riprendersi il figlio. Un abbandono di 20 minuti, di un alunno delle medie.

«Volevamo fare due passi, la mia compagna e io. Lo dissi a mio figlio. Ma lui puntò i piedi, non ne voleva proprio sapere». Così decise di lasciare a casa il bambino, consegnandogli il cellulare: «Hai il numero di Anna (la nuova compagna ndr), se hai bisogno chiama». Il resto è agli atti: la telefonata del bambino alla madre, la chiamata al 113, le denunce arrivate a entrambi i genitori, il processo. Il 9 aprile è prevista la sentenza. (Giampiero Maggio, La Stampa)

Il padre è accusato, in un secondo procedimento, anche di violenze e lesioni. A La Stampa l’uomo racconta l’episodio che lo incrimina, in sostanza gli diede un ceffone e poi lo trascinò da sotto il tavolo dove si era rifugiato per non voler andare a un pranzo: “Non assecondai semplicemente i capricci di mio figlio”, si difese con il giudice.