18 maggio, chi può riaprire prima: parrucchieri, bar, ristoranti… ma a queste regole

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Maggio 2020 - 08:24 OLTRE 6 MESI FA
18 maggio, Ansa

18 maggio, chi può riaprire prima: parrucchieri, bar, ristoranti…ma a queste regole (foto Ansa)

ROMA – Ora c’è l’ok del Governo: già dal 18 maggio molte attività potranno riaprire.

“Tutti noi – ha detto il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia – vogliamo arrivare alle differenziazioni territoriali.

Dal 18 maggio molte attività potranno riaprire, ma lo si dovrà fare in sicurezza, e le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilità”.

Quindi dal 18 maggio molte attività la cui ripartenza era stata inizialmente prevista per giugno, potranno riaprire.

Potranno riaprire ma con delle differenze tra Regione e Regione.

Potranno riaprire ma rispettando, come ovvio, i vari protocolli di sicurezza.

In attesa di linee guida nazionali, si possono già immaginare alcune delle regole che verranno inserite in questi protocolli di sicurezza.

Nei ristoranti e nei bar, per esempio, bisognerà rispettare le distanze di sicurezza tra i tavoli, si deciderà per un numero massimo di persone rispetto ai metri quadrati, si dovranno usare stoviglie monouso, bisognerà seguire dei percorsi differenziati per l’entrata e l’uscita, probabilmente si userà anche il plexiglas ai tavoli, si ordinerà e si pagherà probabilmente con un tablet dal tavolo e a ogni dipendente bisognerà misurare la febbre.

Questo giusto per citare alcune delle regole che ognuno di noi in questi giorni sta iniziando a metabolizzare. 

Protocolli rigidi, anzi di più, dovranno essere seguiti anche da parrucchieri ed estetisti: si dovrà ricevere un cliente alla volta con obbligo di mascherina, guanti e visiera e soprattutto bisognerà sanificare più volte i locali.

Questo è il mondo che prenderà forma dal 18 maggio. Questo è quel che ci aspetta fuori dalle nostre case.

E questa, lo ricordiamo, è la visione ottimistica della vicenda. (Fonti: Il Sole 24 Ore, La Repubblica).