25 aprile Festa della Liberazione dal nazifascismo: perché si festeggia, chi liberò l’Italia, chi la istituì

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2021 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
25 aprile festa liberazione

25 aprile Festa della Liberazione (Ansa)

25 aprile Festa della Liberazione dal nazifascismo: cosa significa. “La verità è che, fatta eccezione per quelli che per età lo hanno vissuto, il 25 aprile non dice più nulla a nessuno. La celebrazione del 25 aprile è superata. L’Italia non ha più bisogno di ricordare l’antifascismo per evitare il fascismo”.

Davvero, come sostiene Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, ai ventenni di oggi la Resistenza non interessa più, la Festa della Liberazione dal nazifascismo non sanno cosa sia, davvero sono indifferenti ai “salvatori della Patria”?

25 aprile Festa della Liberazione dal nazifascismo: perché si festeggia 

Sarà utile allora, soprattutto per i più giovani, un agile pro-memoria su cosa ha rappresentato questa data storia per l’Italia, cosa rappresenta ancora.

Perché il 25 aprile: cosa accadde nel 1945

Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione dal nazifascismo. L’occupazione tedesca non finì in un sol giorno ma si assume il 25 aprile come data simbolo perché coincise con l’inizio del ritiro delle formazioni naziste e dell’esercito della Repubblica sociale fascista (la Repubblica di Salò) alleata dei tedeschi dalle città di Milano e Torino. La guerra si sarebbe protratta per alcuni giorni, a inizio maggio finì.

Chi decise di istituire la data della celebrazione del 25 aprile

L'”Anniversario della Liberazione d’Italia” fu istituita dal Governo italiano provvisorio il 22 aprile del 1946. Era il primo governo dell’Italia liberata, il primo guidato da Alcide De Gasperi, l’ultimo del Regno d’Italia che dopo il referendum sarebbe diventata una Repubblica. Nel 1949 una legge presentata sempre da De Gasperi dichiarò il 25 aprile “festa nazionale”.

Un giorno quindi festivo, come le domeniche, il Primo maggio, il 2 giugno quando si festeggia la nascita della Repubblica. 

Chi liberò l’Italia nel 1945

“L’Italia – scrisse Winston Churchill, primo ministro inglese – deve la propria libertà ai suoi caduti partigiani perché solo combattendo si conquista la libertà”. Ed è grazie ai partigiani che comincia il lungo processo di liberazione. La Resistenza inizia dopo l’8 settembre 1943 e finisce all’inizio di maggio del 1945.

Dopo il 1943, al nord Mussolini e i fascisti avevano costituito la repubblica di Salò, al sud il governo Badoglio che collaborava con gli alleati americani e inglesi.

Contro l’invasore tedesco si organizzava la resistenza formata da partigiani appartenenti a diversi schieramenti politici, ma uniti in nome della libertà e giustizia sociale.

Il Comitato di Liberazione nazionale e la fine della guerra

Lo sfondamento finale della ‘Linea Gotica’ (l’ultima difesa tedesca in Italia per rallentare l’avanzata dell’esercito alleato verso il nord Italia), si concluderà ad aprile dopo dure battaglie e l’insurrezione partigiana delle città del nord.

A Genova, Milano, Torino, Venezia, Bologna gli uomini armati scendono dalle montagne e si uniscono ai gruppi già attivi nelle città.

Il 25 aprile il CLNAI assumerà i poteri di governo, mentre Mussolini tenterà prima di trattare la resa e poi di fuggire. Il Duce verrà catturato il 27 aprile dai partigiani a Dongo, sul Lago di Como e fucilato il giorno dopo con la sua amante Claretta Petacci.

La mattina del 29 aprile, prima dell’alba, i cadaveri di Mussolini, della Petacci e di altri esponenti della Repubblica di Salò saranno appesi a testa in giù a Piazzale Loreto. Il 4 maggio è il giorno della resa delle forze tedesche in Italia