Abruzzo: le case nuove una “bufala”. Le vecchie tornano agibili

Pubblicato il 22 Ottobre 2009 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA

Case distrutte dopo il terremoto

Da E a A. Un cambio di vocale che, per centinaia di cittadini abruzzesi, può significare la differenza tra l’inverno sotto un tetto riscaldato o l’inverno al gelo delle tende, o peggio, nelle case a rischio. La linea sottile che divide il danno dalla beffa.

La consegna delle abitazioni, in Abruzzo, quelle che gli aquilani chiamano – potenza della televisione – «le case di Berlusconi», procedono tra lentezze e polemiche. E, soprattutto, imprevedibili ripensamenti. Al centro delle discussioni c’è l’attribuzione del livello di danneggiamento delle abitazioni: dopo il terremoto del 6 aprile, infatti, sono stati eseguiti tutti i rilievi del caso e ad ogni casa è stato dato un codice, tra A (agibile) e E (condizioni disastrose). Codice decisivo per la priorità nell’assegnazione delle nuove case.

Solo che, dopo qualche mese, secondo la denuncia di alcuni cittadini abruzzesi riportata dal quotidiano La Repubblica, i codici hanno iniziato a cambiare senza che, nel frattempo, siano state effettuate nuove verifiche di agibilità.

Con il risultato che chi avuto una casa nuova, il “regalo di Berlusconi” rischia di doverlo restituire e tornarsene per strada, perché di ritornare nelle case che giudicano pericolose, gli abruzzesi non ne vogliono sentir parlare.

Fa riflettere, però, l’ennesimo “miracolo italiano”: le case che tornano agibili da sole, senza che siano stati effettuati i lavori previsti. Una signora che vive in uno degli appartamenti a classe di rischio modificata racconta a Repubblica: «Dopo il terremoto, come tutti gli altri abbiamo cercato un rifugio. Quasi tutti in tenda, io mi sono arrangiata comprando un camper, per ospitare mia madre che è malata. Il 20 aprile, due settimane dopo il terremoto, è stata fatta una verifica. Nel nostro palazzo e in quello di fianco, dalle prove risulta che il calcestruzzo risulta scadente».

Quindi le pratiche e l’assegnazione della nuova casa: «Mi chiedono di tutto: noi in famiglia siamo in 6, chi lavora deve presentare la busta paga, la mamma invalida deve presentare i certificati. Tutto in regola. Il 9 ottobre firmo il contratto di comodato d’uso gratuito e il giorno dopo entro. Una grande gioia». Destinata, però, a durare poco: « Poi le prime voci. A una signora del palazzo 12-13, classificato E, che aveva chiesto la “casa Berlusconi” rispondono che non è possibile accontentarla perché la sua casa adesso è A. La conferma ufficiale è arrivata ieri. Nel sito del Comune il nostro palazzo adesso è A, mentre quello a fianco – nella verifica del 20 aprile si diceva che era messo male come il nostro – resta E. Ma anche quegli inquilini tremano, perché hanno paura che un altro “miracolo” renda agibili anche i loro appartamenti provocando lo sfratto dalle nuove case».