Abusa della figlia della compagna e la costringe a spacciare. Condannato
Per un paio d’anni ha abusato sessualmente della figlia della sua compagna, allora tredicenne, e l’ha costretta più volte a nascondere nel reggiseno la droga, da spacciare ai trans che si prostituiscono a Lido di Classe, sul litorale ravennate.
E’ la principale accusa per la quale un disoccupato di 36 anni, di Napoli e da tempo residente in una frazione di Ravenna, è stato condannato a 15 anni di carcere e a 58.000 euro di multa. Il tribunale ha anche riconosciuto alla donna e alle sue due figlie un risarcimento di 170.000 euro.
L’uomo ha inoltre perso la podestà genitoriale, è stato interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena e si è visto revocare l’indulto e la sospensione condizionale, dei quali aveva beneficiato in precedenti condanne. La squadra Mobile di Ravenna, dopo le indagini scattate su segnalazione di un’assistente sociale, lo aveva arrestato a fine settembre 2008.
La ragazzina, sentita a novembre di quell’anno in un incidente probatorio, aveva raccontato di botte, bruciature con la sigaretta, palpeggiamenti e ricatti sessuali: se non si fosse ‘concessa’ non avrebbe più potuto vedere le sue amiche.
Inoltre aveva riferito di essere stata costretta a spacciare per lui, e che in un’occasione anche la sorella minore era stata obbligata a nascondere la droga sotto la lingua. Alla lettura della sentenza in aula oggi c’era anche la madre dell’imputato, che ha ribadito l’innocenza del figlio per l’accusa di pedofilia e ha manifestato l’intenzione di ricorrere in appello.
Accuse respinte anche dall’uomo – che ha precedenti per tentato furto, molestie alle persone, appropriazione indebita, rapina e maltrattamenti – e che ha sempre dichiarato la sua innocenza nelle lettere scritte dal carcere di Ferrara dove si trova.