Adele Crosetto uccisa a martellate dal genero. Lui chiama i carabinieri e poi si chiude nel silenzio

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2018 - 21:46| Aggiornato il 13 Luglio 2018 OLTRE 6 MESI FA
Adele Crosetto uccisa a martellate dal genero. Lui chiama i carabinieri e poi si chiude nel silenzio

Adele Crosetto uccisa a martellate dal genero. Lui chiama i carabinieri e poi si chiude nel silenzio

TORINO – L’eredità, le gelosie tra parenti, la malattia della suocera lo hanno innervosito al punto da arrivare ad afferrare un martello e uccidere la madre della moglie. La tragedia si è consumata nel cascinale di famiglia a Leinì, in provincia di Torino. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

La vittima, Adele Crosetto, invalida di 84 anni, da tempo non poteva più alzarsi dal letto. Il genero, Severino Bergamini, pensionato di 71 anni, questa mattina poco prima delle 8 è sceso al piano terra dove la donna viveva e l’ha assalita mentre dormiva, colpendola ripetutamente alla testa e al petto. Poi ha chiamato i carabinieri. “Ho ucciso mia suocera – ha urlato – Venite subito“.

In quei concitati istanti l’anziana respirava ancora. Tempestivo è stato l’intervento dei medici e degli infermieri del 118, che l’hanno trasportata d’urgenza all’ospedale Cto di Torino. Intubata, per lei non c’è stato nulla da fare e, nel pomeriggio, è morta.

La moglie di Bergamini, tornata a casa poco dopo la tragedia, è sotto choc. Ai carabinieri, che indagano sulla vicenda, ha parlato di suo marito: un uomo tranquillo, che non aveva mai sofferto di depressione. Lui e la suocera non andavano d’accordo, ma il pensionato non aveva mai avuto atteggiamenti violenti. L’antipatia si fermava a qualche lite e qualche porta sbattuta.

In quel cascinale su due piani in via Provana 21, dove l’anziana abitava con le figlie e le rispettive famiglie, i problemi sarebbero iniziati lo scorso anno. Adele è caduta e si è rotta un polso. Da allora le sue condizioni di salute sono peggiorate: ha perso l’autonomia, non è riuscita più ad alzarsi dal letto, doveva chiedere aiuto per qualsiasi cosa. Le figlie si sono prese cura di lei, a turno le stavano vicino. Hanno deciso di non rivolgersi ai servizi sociali, ma di cavarsela da sole.

Con Severino, però, i rapporti sono degenerati. Lui è diventato sempre più nervoso. Sino a questa mattina, quando, forse in un raptus di follia, l’ha aggredita con un martello. Il pensionato, ora in carcere a Ivrea, è accusato di omicidio. Non ha risposto a nessuna delle domande dei carabinieri, che hanno sequestrato il martello e l’abitazione. Chiuso nel suo silenzio, si è rifiutato anche di firmare il verbale e non ha voluto nessun avvocato.