Aerei: mascherina sì, distanza no. Treni: mascherina sì e distanza pure

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Maggio 2020 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
Fase 2. Aerei: mascherina sì, distanza no. Treni: mascherina sì e distanza pure

Aerei: mascherina sì, distanza no. Treni: mascherina sì e distanza pure (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Aerei: mascherina sì, distanza no. Si riassume così, con un po’ di realistica drasticità, la linea di indirizzo fornita alle compagnie dall’Agenzia Europea per la Sicurezza aerea.

Mascherina sì, eccome se sì per i passeggeri. E non solo in cabina, non solo a bordo. Mascherina obbligatoria dall’ingresso in aeroporto e per tutti i momenti dell’imbarco, volo, sbarco o check o shopping che sia.

Mascherina, anzi mascherine al plurale. L’indicazione per i passeggeri (obbligatoria ma qui sarà molto difficile controllare il rispetto dell’obbligo) è di cambiare la mascherina ogni 4 ore. E quindi di portarsene più d’una quando si va a cominciare un viaggio via aereo.

Mascherina, anzi mascherine e chi non la indossa o se la leva niente imbarco e, se a bordo prima del decollo, fatto scendere. E se senza mascherina in volo da trattare come si fa con i passeggeri ubriachi, molesti, violenti: all’arrivo li si consegna alla polizia.

Mascherina sì, distanza però no. L’Agenzia Europea prescrive 1,5 metri di distanza tra passeggero e passeggero. Ma subito annuncia clausola dissolvenza distanza formulando un “se si può”. Se si può tenuto conto della configurazione del velivolo e, soprattutto, del numero degli imbarcati.

Quindi di fatto, visto come sono fatti gli aerei e visto soprattutto che con passeggeri davvero distanziati di 1,5 metri tra loro gli aerei viaggerebbero con poche decine appunto di passeggeri, la distanza è di fatto una raccomandazione, una bella intenzione.

Non  un obbligo, non può esserlo: con passeggeri tutti a un metro e più dall’altro gli aerei volerebbero in costante e massiccia perdita economica. Neanche alzando il costo dei biglietti, neanche se sovvenzionati da denaro pubblico…un aereo che vola con venti passeggeri non può…volare.

Altre prescrizioni per gli aerei: pochi bagagli a mano (rubano spazio) e misurazione preventiva della temperatura corporea (insomma la febbre). Però il divieto di salire a bordo scatta a 38 gradi e non a 37,5 come da diffusa indicazione medica.

Infine: saranno i passeggeri a fare auto dichiarazione sul loro stato di salute. E non  saranno né chieste né accettate inesistenti patenti e passaporti sanitari tipo test sierologici o simili.

Per l’ottimo motivo che un test sierologico, anche se positivo, se non seguito da tampone non attesta proprio nulla di preciso. Si può esser stati toccati da virus tempo fa o appena ieri se c’è anticorpo. Quindi per sapere se viaggi contagioso o no, serve a nulla. Perfino il tampone serve a poco: fotografa la situazione al momento. Tampone negativo due giorni fa, parto domani in aereo, dove la certezza sia ancora negativo?

Non ci sono in natura e scienza passaporti sanitari, chi glielo dice per esempio al Governatore della Sardegna che vuole lo esibiscano i passeggeri che sbarcano negli aeroporti dell’isola?

Treni, qui invece è più facile avvicinarsi, adottare le misure e i comportamenti di protezione. 

In treno ci sono già le mascherine (obbligatorie ma spesso fornite da Trenitalia). C’è la possibilità di dispenser di igienizzanti per forza di cose più facilmente raggiungibili di quanto non possa essere in aereo.

E c’è in treno soprattutto più spazio per avvicinarsi al metro di distanza reale tra passeggeri. Posti occupati o liberi a scacchiera non raggiungono proprio la distanza di un metro e passa tra l’uno e l’altro ma certamente in treno si realizza più distanza di quanto non si possa fare in aereo.

E decisivo è il fatto che un convoglio ferroviario di più carrozze raggiunge una qualche economicità di esercizio rinunciando a una quota di passeggeri più facilmente di un aeromobile.

Complicazioni forse e qualche disagio anche in stazione per prendere un treno, una fra tutte: arrivare ben prima dell’orario di partenza. Ma almeno per distanze brevi e medie il treno questa estate sarà da preferire all’aereo. Anche se, c’è da scommetterci, il mezzo di trasporto più usato in questo 2020 risulterà alla fine di gran lunga l’auto.