Aereo russo esplosivo militare messo da dipendente aeroporto

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2015 - 01:22 OLTRE 6 MESI FA
Aereo russo, esplosivo militare fatto esplodere dopo decollo

(Foto Lapresse)

IL CAIRO – E’ stato un esplosivo al plastico C4 di tipo militare a provocare lo schianto dell’aereo della compagnia low cost russa Metrojet sulla penisola egiziana del Sinai. E’ quanto sostiene il Dipartimento di Stato americano. “Solo un esplosivo di tipo militare avrebbe potuto provocare quel genere di schianto”, hanno detto le fonti interpellate dalla Cnn.

Secondo le stesse fonti, l’esplosivo sarebbe stato piazzato sull’aereo da un dipendente dell’aeroporto di Sharm el-Sheikh che ha usato un detonatore per far esplodere il velivolo, riferisce la Cnn. “E’ improbabile che l’ordigno sia stato portato a bordo da un passeggero”, riferiscono le fonti alla Cnn.

Il detonatore per far scoppiare la bomba sull’aereo è stato programmato per entrare in azione solo dopo il decollo dall’aeroporto di Sharm el-Sheikh, sostengono poi i funzionari del Pentagono.

La notizia arriva nel giorno in cui gli Stati Uniti lanciano un nuovo allarme sicurezza per i propri aeroporti e decidono di rafforzare i controlli sul personale degli scali che ha accesso libero in zone senza sorveglianza. L’iniziativa americana riguarderà oltre 900mila dipendenti in più di 450 aeroporti del Paese, ed è l’ennesimo segnale di come i timori di attentati siano aumentati dopo la catastrofe del 31 ottobre.

Dietro il disastro intanto si allunga l’ombra di “un tradimento nei servizi speciali egiziani”: lo scrive il quotidiano Kommersant, che cita fonti autorevoli delle strutture statali russe, e sostiene che si stanno verificando informazioni secondo cui, “prima del decollo” dall’aeroporto di Sharm el Sheikh, “per motivi ignoti, sconosciuti avevano accesso” all’A321 del disgraziato volo 92-68.

Molti governi hanno deciso di interrompere per motivi di sicurezza i voli in Egitto – dove nel Sinai le truppe regolari combattono i jihadisti affiliati all’Isis -, e Usa e Gran Bretagna ritengono probabile che a causare il disastro sia stato un ordigno nascosto a bordo dell’aereo. Se questa ipotesi, sempre più accreditata, dovesse rivelarsi vera, si tratterebbe di uno schiaffo per il governo del Cairo, che non è riuscito a garantire la sicurezza dei tantissimi turisti che visitano ogni anno il Mar Rosso.

Proprio il settore turistico, che è una delle colonne dell’economia egiziana, rischia di essere profondamente danneggiato dalla sciagura in cui hanno perso la vita 224 persone, per lo più russi che tornavano a casa dopo una vacanza al mare. Ed è principalmente per questo che il Cairo ha accolto a muso duro la possibilità di un attentato terroristico, pur avendo lanciato una propria inchiesta per verificare l’ipotesi bomba.