ROMA – Aeroporto Fiumicino chiude? Diossina 30 volte il limite, la guerra dei dati. L’aeroporto di Fiumicino, in piena stagione vacanze, rischia di chiudere, non solo il settore D colpito dall’incendio: gli attesissimi dati dell’Istituto di sanità sulla qualità dell’aria sono arrivati e sono pessimi per l’elevata concentrazione di diossina registrata, 30 volte più alti del consentito. Non ci sta il presidente Enac Vito Riggio che chiede chiarezza sui dati altrimenti chiude l’aeroporto.
“Diossina 30 volte sopra il limite”. “Dati elevatissimi di diossina, 30 volte quello che per noi è il limite”. E’ l’Istituto superiore di sanità (Iss) a mantenere l’allarme per il Gate D del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, semidistrutto da un violento incendio il 7 maggio scorso. Lo fa per bocca di Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento ambiente dell’Iss, sentita in Comissione Infortuni sul lavoro al Senato. “Relativamente alle diossine rilevate fuori dal T3 stiamo tra 20-30-50 femtogrammi ma all’interno troviamo valori fino a 3000 – dice Musmeci – Purtroppo gli ultimi dati del gate D sono in aumento, passiamo da 1900 a 3000, dato di oggi”.
Riggio, Enac: “Chiarezza dati o chiudo aeroporto”. Il presidente di Enac, Vito Riggio, ha spiegato di aver chiesto alla Direttrice Enac del Sistema aeroportuale di Fiumicino di convocare tutti i datori di lavoro- Adr, Alitalia, e i rappresentanti di altre compagnie aeree in modo da chiedere tutti insieme alla Asl, in modo chiaro ed inequivoco, se a Fiumicino ci si debba attenere alle prescrizioni del 19 giugno, o se invece sussistono condizioni di rischio per la salute tali da dover chiudere il Terminal 3.
Prescrizioni che, ha sottolineato Riggio, Adr e tutti gli operatori interessati stanno rispettando completamente. Secondo Riggio l’eventuale completa chiusura del Terminal 3, anche nei settori dei check-in, non consentirebbe la continuità delle operazioni pur spostandole sul T1, T2 e T5: “In questo modo non ce la possiamo fare. Pur con tutti i limiti imposti allo scalo, Fiumicino ha detto ancora Riggio dal 7 maggio ad oggi ha fatto registrare 6 milioni di passeggeri a cui si aggiunge un altro milione spostato a Ciampino, tutto denaro prezioso per il Paese, perché si tratta soprattutto di turisti americani.
Le discrepanze sui dati. Due giorni fa la terza relazione dell’Iss sulle conseguenze del rogo aveva imposto la prosecuzione della chiusura del Terminal fino al completamento della bonifica. Contrariamente ai desideri di Aeroporti di Roma (Adr), che sulla base di uno studio commissariato assieme all’Enac chiedeva la riapertura dell’area. Sulle discrepanze tra i dati rilevati dall’Iss e quelli di Adr ed Enac il dirigente Musmeci ha affermato: “Per noi il limite delle diossine è quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per quanto riguarda un ambiente di vita non industriale, ovvero 100 femtogrammi mentre per Adr è 100 mila”.
Le differenze sarebbero da imputare ai valori presi come riferimento. “Per noi l’aeroporto non è un ambiente industriale”, ha detto Musmeci, mentre Adr lo considera tale e valuta i valori sotto i limiti. “Per l’Iss ma anche per l’Asl e l’Arpa e anche per lo stesso Cnr (che a un incontro informale si è espresso condividendo la nostra posizione) – ha detto il direttore del Dipartimento Ambiente – quello non è un ambiente di vita industriale e i limiti sono quelli dell’Oms”.
I malori segnalati a decine tra i lavoratori dello scalo fin dai primi giorni dopo l’incendio avevano indotto i sindacati a chiedere di non riaprire il Terminal 3 fino a completa bonifica. Ancora oggi, dai sindacati, vengono segnalati presunti casi di intossicazione.