Agrigento: ricattavano ex sindaco di Porto Empedocle, arrestati usurai

Marco Cicala *
Pubblicato il 19 Gennaio 2010 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

Un'immagine di Agrigento

Scoperta ad Agrigento una rete di usurai: tra le vittime anche l’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara. Una campagna elettorale da portare avanti, le spese che aumentano giorno dopo giorno, i soldi che non bastano più. È questo il motivo che ha spinto il primo cittadino a cadere nella rete degli strozzini. È lui la vittima più illustre di un giro di usurai che praticava tassi d’interesse del 10% mensili, ma che su base annua potevano arrivare anche al 545%.

Ma adesso l’incubo è finito. La banda criminale è stata infatti sgominata dalla squadra mobile di Agrigento. Nove i provvedimenti di custodia cautelare. In manette sono finiti gli empedoclini Roberto Melfa, di 45 anni, Antonio Zambito di 61 anni, Alfonso Zambito di 38, Massimo Zicari di 37, Salvatore Falzone di 41 e Carmelo Filippazzo di 45, l’agrigentino Pietro Anastasio Natale di 41 anni, Calogero Bordino di 51 e Antonio Di Vincenzo di 49.

Quest’ultimo, residente a Palma di Montechiaro, è un imprenditore attualmente imputato di omicidio colposo in un altro processo. Nel 2006 era lui, infatti, il proprietario dell’impresa titolare dei lavori di ristrutturazione di un edificio di Torre di Gaffe, piccolo centro nei pressi di Licata, nel cui crollo perse la vita un operaio romeno assunto in nero e clandestino.

L’indagine sul giro di usura, denominata “Easy money”, era scattata in seguito ad alcune minacce ricevute da Paolo Ferrara, allora primo cittadino di Porto Empedocle, che avevano indotto la Prefettura ad assegnargli una scorta. Dopo una serie di accertamenti gli inquirenti hanno scoperto la vasta rete nella quale era caduto anche l’ex sindaco empedoclino. Tante le vittime, ma nessuna denuncia.

Per candidarsi alle politiche del 2006 nelle liste del Partito socialista, Ferrara si era messo in aspettativa dal suo lavoro in banca e si era dimesso dalla carica di sindaco. Tuttavia le difficoltà economiche impreviste lo avevano spinto, tramite un amico, ad affidarsi agli usurai per far fronte alle spese.

Un debito che si faceva ogni giorno più grande, tanto da costringerlo a cedere ai suoi strozzini un immobile e a vendere un’altra proprietà per recuperare denaro liquido. Una brutta avventura che si è conclusa con l’arresto dei nove malviventi.

* Scuola di giornalismo Luiss