Alassio, migranti senza certificato espulsi: sindaco Enzo Canepa condannato

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Dicembre 2016 - 22:12 OLTRE 6 MESI FA
Alassio, migranti senza certificato espulsi: sindaco Enzo Canepa condannato

Alassio, migranti senza certificato espulsi: sindaco Enzo Canepa condannato

ALASSIO – Aveva emesso una ordinanza in cui si vietava ai migranti sprovvisti di certificato medico che escludesse malattie contagiose di sostare nel Comune. Per questo il sindaco di Alassio, Enzo Canepa, si è visto notificare dal gip del tribunale di Savona un decreto di condanna, chiesto dal sostituto procuratore Chiara Venturi, che prevede la sanzione di 3750 euro per “discriminazione razziale”. Nel Comune di Alassio non sono accolti migranti.

L’azione di Venturi era nata dopo gli esposti di associazioni contro la delibera dell’estate del 2015. Il sindaco, che guida una lista civica vicino al centrodestra, ha deciso di opporsi. “Quella ordinanza non ha nulla di razzista, è un atto a tutela della salute dei cittadini e dei turisti dopo le segnalazioni di casi di scabbia su migranti che erano stati riscontrati a Ventimiglia. Sono convinto della bontà di quel provvedimento”, dice. Il difensore del primo cittadino, l’avvocato Giorgio Cangiano sottolinea che “Canepa ha deciso di opporsi per spiegare al dibattimento l’assenza di razzismo da quell’atto”.

“Vado a processo, voglio spiegare perché presi quella decisione e con quale spirito. Rifarei anche oggi quell’atto”, dice Canepa che aggiunge “Non è una ordinanza anti profughi”. A far circolare la notizia del decreto di condanna contro il sindaco di Alassio è stato il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Angelo Vaccarezza, che dice: “Da mesi subiamo quello che, più che un progetto di accoglienza è una vera e propria invasione incontrollata. Un amministratore che ha a cuore la salute dei suoi cittadini ha provveduto a emanare una ordinanza che fosse a tutela di tutti”. Solidarietà al sindaco è stata espressa dal governatore ligure Giovanni Toti con un post su Facebook in cui manifesta “stupore per la decisione del giudice”.