Alatri, Emanuele Morganti colpito con manganello e chiave svita bulloni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2017 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA
Alatri, Emanuele Morganti colpito con manganello e chiave svita bulloni

Alatri, Emanuele Morganti colpito con manganello e chiave svita bulloni

FROSINONE – Emanuele Morganti è morto lo venerdì notte ad Alatri, in provincia di Frosinone, picchiato a sangue all’uscita del Miro Music Club in piazza Regina Margherita. Per la morte del 20enne la Procura di Roma ha ordinato il fermo di due fratellastri di 27 e 20 anni – Mario Castagnacci e Paolo Palmisani – contestando loro l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi.

Stando a quanto emerso dalle indagini, come riporta Clemente Pistilli su Repubblica, Emanuele si sarebbe recato al locale con la fidanzata Ketty Lisi e alcuni amici. Mentre i due fidanzati si trovavano al bancone uno degli aggressori avrebbe cominciato a sgomitare per essere servito subito. A quel punto i buttafuori, quattro persone in tutto, avrebbero allontanato dal locale Emanuele. All’esterno del locale poi il dramma. Damiano Bruni, uno dei buttafuori, avrebbe colpito Emanuele con un manganello, poi trovato nella sua auto. Palmisani invece con una chiave svita bulloni. Castagnacci lo avrebbe poi fatto cadere a terra con un pugno alla testa. Palmisani, non contento, avrebbe continuato ad infierire insieme ad altre persone fino all’arrivo dei carabinieri. Il feroce pestaggio è andato avanti per 10-15 minuti. Il corpo esanime di Emanuele è stato probabilmente anche trascinato sull’asfalto e coperto di sputi dagli aggressori, come riferito da uno zio del giovane.

Il procuratore capo di Frosinone Giuseppe De Falco, nella conferenza stampa di ieri 28 marzo, ha detto che c’è ancora molto da investigare: “Le persone fermate sono riconducibili ad ambienti delinquenziali e non escludiamo che volessero dare un segno del loro controllo della piazza”. Emanuele con loro con aveva nulla a che fare. Era semplicemente un “ragazzo perbene” capitato in “una situazione che poi è esplosa”. “Dobbiamo verificare – ha detto De Falco – se questa esplosione di violenza gratuita è stata dettata dall’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, come verosimile, e approfondire il movente”.

Il magistrato ha definito la vicenda “di una gravità spaventosa perché per motivi banalissimi si è arrivati alla drammatica morte di un ragazzo innocente”. Un litigio banalissimo tra Emanuele Morganti e un’altra persona scattato per una bevanda da prendere per primo è stata l’occasione scatenante, la scintilla dalla quale si è arrivati alla rissa. Una lite con una persona probabilmente in stato di alterazione alcolica.