VENEZIA – Il 12 aprile scorso nel piazzale della sua azienda, la Palladio Marmi di Fusina (Venezia), si è visto sottrarre un camion, dentro al quale c’erano un escavatore, una gru, gruppi elettrogeni e attrezzatura per centomila euro. Per questo il titolare Alberto Botti, come riporta La Nuova Venezia, ha voluto lanciare una provocazione, appendendo all’esterno dell’impresa, ben in evidenza, un cartello che recita: “I nostri ospiti dell’Est ci hanno rubato mezzi e attrezzature. Le Istituzioni non ci proteggono. Non ci resta che seguire l’esempio del benzinaio di Nato”.
Il riferimento è a Graziano Stacchio, 65 anni, l’uomo che ha sparato contro un gruppo di rapinatori, uccidendone uno, che il 3 febbraio avevano assaltato una gioielleria di fronte alla sua stazione di servizio. Botti dice di non voler essere razzista.
“Parlano i fatti – spiega – .Il telepass ha registrato il passaggio del camion alla barriera dell’autostrada di Trieste-Lisert ed è abbastanza chiaro anche agli investigatori che i materiali rubati sono stati portati nei mercati dell’Est Europa”.
L’imprenditore difende il suo riferimento al benzinaio di Nanto. “Purtroppo non è bello da dire – ammette – ma l’unica cosa che noi imprenditori possiamo fare è difenderci proprio come ha fatto Stacchio, perchè le istituzioni non possono più difenderci e furti come quelli che ho subito possono mettere in ginocchio un’azienda”.