Alcoa, sindacalisti scesi dal silos: trovato accordo su spegnimento celle

Pubblicato il 14 Settembre 2012 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA
(Foto Lapresse)

PORTOVESME (CARBONIA-IGLESIAS) – I sindacalisti Alcoa scendono dal silos. Si conclude così la protesta di Franco Bardi e Rino Barca, che si erano asserragliati in cima al serbatoio pensile dell’Alcoa a 70 metri di altezza, da martedì scorso. La decisione è giunta dopo che i sindacati hanno trovato un accordo con l’Azienda per il differimento nello spegnimento delle celle per la produzione di alluminio.

L’Alcoa ha accettato di procedere con maggiore gradualità allo spegnimento delle celle, e i sindacalisti si sono convinti a scendere. Ora i sindacati attendono una convocazione a Palazzo Chigi per dirimere la vertenza. Nell’incontro di venerdì a Portovesme, l’Alcoa si è resa disponibile a ripristinare una maggiore gradualità del processo di spegnimento rispetto al piano presentato al 12 settembre 2012 e un numero maggiore di celle (circa 80) riattivabili nel breve periodo. Dal 12 di ottobre si spegneranno due celle al giorno. Il termine del processo verrà spostato dal 31 ottobre, al 3 novembre.

“Riteniamo fondamentale aver ristabilito almeno gli impegni che Alcoa aveva preso con Governo, Regione Sardegna e Provincia Carbonia-Iglesias, che per noi erano comunque non sufficienti – ha dichiarato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl, e Sandro Pasotti coordinatore nazionale – Su queste basi, seppur ancora parziali, abbiamo chiesto a Rino Barca di sospendere la protesta, anche per le pessime condizioni atmosferiche e coordinare nello stabilimento e nel territorio la prosecuzione della mobilitazione. Restiamo ora in attesa dell’incontro richiesto alla Presidenza del Consiglio e pensiamo che cio’ debba avvenire in coordinamento con il Mise. Riteniamo che l’assicurazione dei tre leader che sostengono la maggioranza di Governo Alfano, Bersani e Casini e del loro totale sostegno alla vertenza, sia in questo momento utile a facilitare la convocazione del tavolo presso Palazzo Chigi”.