Aldrovandi, pg chiede conferma condanne. “Poliziotti schegge impazzite”

Pubblicato il 21 Giugno 2012 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 21 GIU – La Procura della Cassazione ha chiesto la conferma della condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per i 4 agenti della polizia accusati di aver provocato la morte dello studente ferrarese Federico Aldrovandi la sera del 25 settembre del 2005. Il pg Mazzotta ha duramente criticato l’eccesso dell’uso della forza nei confronti di una persona inerme. In serata si conoscerà la decisione della Seconda sezione penale della Suprema corte.

”In una sorta di delirio agendo come schegge impazzite, anziché come responsabili rappresentanti delle forze dell’ordine, gli agenti ritennero di trovarsi davanti a un mostro dalla forza smisurata che aveva solo tirato un calcio a vuoto, e lo hanno immobilizzato, percosso fino a farlo ricoprire di ematomi”. Cosi’ il sostituto procuratore generale della Cassazione Gabriele Mazzotta ha sintetizzato l’azione di 4 agenti della polizia nel corso della quale la sera del 25 settembre 2005, venne ucciso Federico Aldrovandi.

Nella sua requisitoria, innanzi alla II sezione penale della Cassazione che dovra’ decidere se confermare o meno le condanne per i 4 agenti accusati di aver colpito fino alla morte lo studente ferrarese, il pg ha sottolineato ”l’irrilevanza” della droga assunta da Aldrovandi la notte del suo decesso, per quanto riguarda le cause che ne provocarono la morte. Secondo il pg, correttamente, la corte d’Appello di Bologna con il suo verdetto dello scorso 10 giugno ha ritenuto che il giovane sia morto ”per il trauma a torace chiuso” provocatogli con ”percosse da schiacciamento quando era gia’ ammanettato”. Secondo Mazzotta, la motivazione delle condanne ”e’ esente da errori logici e non puo’ essere messa in discussione solo perche’ contraria agli assunti difensivi”.

Peraltro il pg ha criticato il ”maldestro” tentativo degli imputati di cercare di difendersi riportando ”brani di deposizioni non nella loro completezza”. Infine, ad avviso di Mazzotta, ”c’e’ senz’altro stata cooperazione colposa nella condotta degli agenti per via della comune scelta di azione, della consapevolezza di agire insieme, fattore che gli imponeva di controllare anche l’azione dei colleghi e nel caso di regolarla. Invece, c’e’ stato un grave deficit di diligenza e di regole precauzionali e gli agenti hanno trasceso colposamente i limiti consentiti al loro intervento”.

Per queste ragioni il pg ha chiesto il ”rigetto” dei ricorsi degli agenti Monica Segatto, Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri.