Roma, ecco il bilancio del Campidoglio. Alemanno: “Chiediamo 50 milioni al governo”

Pubblicato il 21 Giugno 2010 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA

Gianni Alemanno

Più entrate e meno spese. Un’equazione che sembra logica ma che non è immediata per le casse del Comune di Roma. Il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, oggi ha presentato alla città il bilancio 2010 che ammonta a 4,7 miliardi di euro di cui 3,5 per la spesa corrente e 1,2 per gli investimenti. Di pari passo va una manovra da 210 milioni, un correttivo necessario per riportare in linea lo squilibrio tra quanto è a disposizione e quanto realmente serve. Ma non solo, Alemanno lancia anche un appello al governo. “Chiediamo al governo che, con un emendamento parlamentare per il piano di rientro conceda 50 milioni in più al contributo strutturale che il governo deve versare a Roma fino al 2048”.

Alemanno, in sostanza, chiede 350 milioni invece di 300 come contributo strutturale, anno per anno, fino al 2048. Il contributo, infatti, non sarà concesso fino al 2046 ma per due anni in più. “In questo modo – ha aggiunto – si potrà limitare l’incremento dell’aliquota dell’addizionale Irpef al 0,3%” che non sarà più dello 0,4%. Sul fronte delle maggiori entrate, nella politica del bilancio, è previsto un nuovo regolamento dell’Ici e in particolare un aumento per le seconde case sfitte, una revisione dei canoni di iniziative pubblicitarie, degli oneri di urbanizzazione e degli estimi catastali ma anche una rimodulazione delle tariffe comunali come le rette degli asili nido in relazione al reddito Isee e al quoziente familiare.

Non ancora certa la tassa di soggiorno per la quale chi viene a Roma pagherà una quota-notte in più, mentre è previsto, con il placet del governo, un aumento dell’Irpef fino allo 0,4%. Tra le proposte del Campidoglio, che potrebbero evitare l’inserimento di una tassa di soggiorno l’aumento di un euro per l’ingresso ai musei e ai luoghi di interesse culturale. Per quanto invece riguarda la diminuzione e le spese verrà diminuito il costo di beni e servizi di uso comune come il materiale di cancelleria che attualmente costa 700 milioni di euro grazie alla centrale unica acquisti e anche dei beni e servizi di uso non comune grazie all’utilizzo di costi standard; il tutto per un risparmio di 1,2 miliardi.

Sarà poi una realtà il riassetto del gruppo Comune di Roma con la dimissione, entro il 2010 di partecipazioni non necessarie, con la cessione di aziende non rispondenti al principio di economicità. Con la costituzione della holding comunale si potranno, non solo centralizzare le funzioni comuni ma anche creare un gruppo più efficace e una tesoreria unica. Tutte queste misure che verranno messe in campo saranno affiancate dalla lotta all’evasione perché, come ha più volte ribadito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, “chi più ha più deve dare in base a un principio di equità “. Per far questo sono stati firmati accordi con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate e del Territorio perché vengano controllate le autocertificazioni e le dichiarazioni dei redditi di chi chiede di usufruire di servizi comunali che vengono forniti su base reddituale.

“Quello che abbiamo ereditato è un debito storico che risale a decine di anni fa: ci sono addirittura obbligazioni non pagate che risalgono alle Olimpiadi del 1960”. Per la prima volta il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha parlato di un indebitamento senza riferirlo direttamente alle giunte di centrosinistra immediatamente precedenti alla sua gestione. Un passaggio del suo discorso sulla crisi economica che è piaciuto molto all’opposizione. “Per noi – ha detto Fabrizio Panecaldo (Pd) – è un passaggio storico importante perché Alemanno ha confermato la nostra verità inconfutabile e cioé che il debito non risale direttamente alla giunta Rutelli e Veltroni”. Il sindaco ha chiesto all’Aula, ma soprattutto all’opposizione, un atteggiamento “costruttivo e collaborativo per fare un salto di livello e poter finalmente guardare al futuro senza nascondere i debiti sotto il tappeto”.