Alessandra Pacchieri, mamma “pazza” in lotta con Londra fu abbandonata da tutti

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Dicembre 2013 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA
Alessandra Pacchieri, la mamma "pazza" costretta al parto abbandonata da tutti

Alessandra Pacchieri, la mamma “pazza” costretta al parto abbandonata da tutti

CHIANCIANO – Alessandra Pacchieri, la mamma ritenuta “pazza” dai giudici inglesi che un anno e mezzo fa le hanno letteralmente strappato la figlia dal grembo, è stata abbandonata da tutti. Dai ministeri di Giustizia e degli Esteri, dal consolato italiano a Londra, dai tribunali di Roma e di Firenze. Prima di finire su tutti i giornali e di diventare un caso politico in Inghilterra, Alessandra si è vista chiudere in faccia la porta dai tanti Ponzio Pilato ai quali si era rivolta per chiedere aiuto.

Fabio Tonacci sul quotidiano la Repubblica elenca tutti i no che Alessandra ha dovuto incassare prima di riuscire a farsi sentire:

Una storia di rimbalzi giudiziari, di fax finiti nel nulla, di ministeri italiani sordi, di Tribunali dei Minorenni che non si pronunciano o si pronunciano a metà. Come fa quello di Roma, che prima definisce tutta la vicenda «contraria ai diritti fondamentali che tutelano i minori ». E poi archivia.

Nei primi mesi della vicenda la Pacchieri fu seguita in Inghilterra da un legale d’ufficio “che non la teneva al corrente delle udienze”. Quando i suoi avvocati italiani, Stefano Oliva e Luana Izzo, hanno preso in mano il caso, hanno subito presentato istanza d’urgenza al Tribunale dei Minori di Firenze per conto dell’americana Indra Armstrong, sorella del padre di una delle figlie di Alessandra, disposta ad occuparsi di tutte e tre le bimbe.

Era il 15 febbraio del 2013 e il tribunale ci impiegò tre mesi a pronunciarsi “incompetente perché la bambina non ha mai risieduto stabilmente in Italia”. Nel frattempo però i servizi sociali inglesi proseguono dritti per la loro strada e ottengono dal tribunale della contea di Chelmsford l’affidamento preadottivo della piccola.

La palla rotola a Roma al Tribunale dei Minorenni competente per gli italiani all’estero. I magistrati prendono tempo, studiano le carte. Il 9 maggio gli avvocati informano il consolato italiano a Londra, chiedendo di intervenire per «verificare l’abuso di diritto nei confronti di due cittadine italiane ». Nessuna risposta. Ci riprovano il 24 maggio, inviando una memoria questa volta anche al ministero della Giustizia e a quello degli Esteri. Qualcuno risponde, una settimana dopo. «Non rientra nella nostra competenza giurisdizionale perché la bambina è sempre stata in Inghilterra,suggeriamo di proseguire le vie legali in Gran Bretagna», scrive un funzionario del ministero della Giustizia. Dagli altri, silenzio.

Passano i mesi e a settembre il Tribunale di Roma archivia il caso per “difetto di giurisdizione”, pur riconoscendo che

Il distacco immediato alla nascita della bambina dal genitore si pone in insanabile contrasto con le regole fondamentali che tutelano i diritti del minore in materia adozionale.

La decisione giudiziale (della corte britannica, ndr) non può essere riconosciuta per contrarietà ai principi richiamati che costituiscono parte integrante dell’ordine pubblico interno e internazionale.

Siamo così giunti all’oggi, quando l’inezia delle autorità italiane ha lasciato che la macchina burocratica inglese facesse il suo corso senza troppi ostacoli. La piccola, che ora ha 1 anno e 4 mesi, vive nella contea dell’Essex e sta seguendo un “percorso di avvicinamento” con la coppia che dovrebbe prenderla in affidamento. Ma Alessandra non può fare a meno di indignarsi quando pensa che prima nessuno abbia voluto esporsi per aiutarla a riportare la sua bambina a casa.