Alessandro Lorena, killer coniugi Ferro: “Presi caffè con lei poi la strangolai”

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2015 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Lorena, killer coniugi Ferro: "Presi caffè con lei poi la strangolai"

I coniugi Ferro ammazzati in casa per 100 euro

VARESE – “Ho preso un caffè con la signora, poi si è girata e l’ho strangolata”. A raccontarlo nella notte agli inquirenti è stato Alessandro Lorena, 28 anni, il figlio dei vicini dei coniugi Ferro, uccisi in casa a Venegono Inferiore, in provincia di Varese. Quando Graziella Campello, 74 anni, lo ha accolto in casa sua non sapeva che poco prima, nel garage, il giovane aveva ammazzato suo marito, Martino Ferro, di 80 anni.

“Mi dispiace, non so spiegarmi perché l’ho fatto”, ha detto Lorena confessando il duplice omicidio. Voleva fare una rapina, ma secondo i pm sussiste l’aggravante della premeditazione: la mazzetta da muratore con cui ha colpito alla testa Martino Ferro se l’era portata casa.

Poco prima il pensionato gli aveva regalato una cassetta di limoni. I genitori di Alessandro Lorena, che abitano qualche casa più in là, erano amici dei Ferro. Sono brave persone, conosciute in paese: il padre lavora come custode nella fabbrica-deposito che confina proprio con la villetta dei coniugi uccisi. Per questo Graziana Campello e Martino Ferro si fidavano del ragazzo. 

Il killer ha portato i limoni a casa, ma poi è tornato e ha compiuto il delitto. In garace ha colpito alle spalle il marito. Poi è salito in casa e si è fatto offrire un caffè dalla moglie. Quando la donna si è alzata e si è girata, l’ha aggredita con il filo elettrico di una lampada, e l’ha strangolata. Infine ha frugato nei cassetti, in cerca di denaro, e ha portato via un centinaio di euro.

Oltre all’arma, aveva portato con sé un paio di guanti, che ha indossato mentre si trovava nella casa per non lasciare impronte. Anche per questo il pm di Varese Massimo Politi ha contestato l’aggravante della premeditazione, oltre a quella di aver aggredito due persone anziane che non avevano la possibilità di difendersi. Dopo il delitto Lorena si è disfatto della mazzetta sporca di sangue, recuperata dai carabinieri grazie alle sue indicazioni, gettandola in un campo.

I due corpi sono stati scoperti martedì, la morte era avvenuta il giorno prima. Lorena era stato convocato come testimone perché si presumeva fosse stato l’ultimo ad averli visti in vita: un vicino aveva raccontato di averlo visto nei paraggi lunedì pomeriggio. Ma durante l’interrogatorio si sarebbe contraddetto più volte e alla fine ha confessato.