Alzano Lombardo, sedicenne autistico “legato in psichiatria con adulti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2014 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
L'ospedale di Alzano Lombardo

L’ospedale di Alzano Lombardo

ALZANO LOMBARDO (BERGAMO) – Un ragazzino autistico di 16 anni ricoverato per cinque mesi nel Reparto per gli adulti del servizio psichiatrico dell’ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo), “legato mani e piedi per 17 ore al giorno per una settimana”, chiuso “a chiave di notte” da solo nella sua stanza, il tutto a “scopo precauzionale”: adesso per quel trattamento lo psichiatra Gavino Maieli, che presta e prestava servizio in quella struttura, ha presentato una denuncia alla Procura di Bergamo, che ha aperto un’inchiesta in cui si ipotizzano i reati di abuso di mezzi di correzione su minore, maltrattamenti, violenza privata, lesioni psichiatriche gravi, sequestro di persona.

I fatti, spiega Elvira Naselli sul Corriere della Sera, risalgono al 2012.

“Questa storia, sconcertante già per un adulto, ha per protagonista un sedicenne, ai tempi dei fatti, con diagnosi di psicosi autistica e ritardo mentale. Era stato ricoverato ad Alzano Lombardo, nella sezione che fa riferimento al Dipartimento di salute mentale dell’Azienda ospedaliera Bolognini di Seriate. Appena arrivato lo avevano sistemato nel reparto degli adulti perché non erano disponibili altri letti, ma poi è stato tenuto lì per tutta la degenza, durata cinque mesi.

(…) I fatti raccontati fanno ipotizzare l’abuso di mezzi di correzione su minore, maltrattamenti, violenza privata, lesioni psichiatriche gravi, sequestro di persona: tutto aggravato dallo stato psichico dell’adolescente e dalla sua chiara incapacità di intendere e di volere.

(…) Nel resoconto ufficiale fornito dall’azienda ospedaliera sulle contenzioni documentate durante il 2012, emerge che quell’anno sono stati legati 34 pazienti per un totale di 3.872 ore: di queste, quasi il 57%, cioè 2.192 ore, sono state inferte al ragazzino autistico, con una media di circa quattordici ore al giorno. Nella denuncia si contesta anche il fatto che la madre del sedicenne non sempre veniva informata sul trattamento riservato al figlio. In particolare, il 3 agosto 2012 nella cartella clini ca venne data l’indicazione di contenere il ragazzino ai quattro arti durante la notte «in via sperimentale» per fare uno «svezzamento» con il permesso e l’autorizzazione della mamma, che sarebbe dovuta essere allontanata dopo che il paziente si fosse addormentato.

Questo sarebbe dovuto servire per interrompere il legame simbiotico tra madre e figlio. Eppure la donna, non soltanto non era stata consultata, ma non aveva autorizzato un simile trattamento. Tant’è che il giorno dopo una dottoressa si scusò con lei. Maieli ha motivo di credere che la stessa cartella clinica sia stata manipolata: «In numerose pagine risulta modificata in maniera quantomeno impropria la numerazione, con “salti” anche di 30 pagine». Sarà la dottoressa Ruggeri a fare chiarezza”.