Amalia Bruni, la ricercatrice che scoprì il gene dell’Alzheimer: “Per il mio Centro niente più fondi”

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Febbraio 2020 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA
Amalia Bruni, la ricercatrice che scoprì il gene dell'Alzheimer: "Per il mio Centro niente più fondi"

Amalia Bruni, la ricercatrice che scoprì il gene dell’Alzheimer: “Per il mio Centro niente più fondi” (Foto archivio Ansa)

LAMEZIA TERME  –  Amalia Bruni è una delle scienziate più famose al mondo, 25 anni fa grazie alle sue ricerche rese possibile l’individuazione del più comune gene del morbo di Alzheimer, la presenilina. Ma il Centro regionale di neurogenetica che dirige a Lamezia Terme, in Calabria, sta per chiudere perché mancano i fondi e molti dipendenti hanno già ricevuto la lettera di licenziamento.

“I nostri studi sulla conoscenza della “geografia” delle malattie ereditarie negli ultimi anni hanno trovato ostacoli che non ci permettono più di continuare nella ricerca, ha spiegato Bruni al Corriere della Sera. Presto avremmo potuto concepire farmaci per combattere in maniera più sostanziosa l’Alzheimer”.

Quattro biologhe hanno già dovuto lasciare per mancanza di fondi. Altre dieci professionisti tra infermieri, informatici, psicologi eassistenti sociali in servizio all’Associazione per la ricerca neurogenetica (Arn), hanno ricevuto le lettere di licenziamento e dal primo marzo resteranno a casa.

In base ad una legge regionale del 2007 al centro erano garantiti cinquecentomila euro l’anno. “Fino al 2018 l’erogazione della somma è avvenuta in maniera regolare (…), ma ad un certo punto i finanziamenti non sono più arrivati e non è stato sufficiente avvertire che quei soldi facevano parte di un Fondo istituito con legge regionale, mai abrogata”, ha spiegato Bruni al Corriere della Sera. 

“Tutto ciò accade tra l’indifferenza della politica regionale, dei commissari prefettizi che guidano l’Azienda sanitaria di Lamezia Terme commissariata per mafia (…). C’è il rischio che il Centro di neurogenetica diventi un ambulatorio sanitario, perché la spoliazione in atto porterà a questo”, denuncia Bruni, che ha scritto anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per informarlo della vicenda. Al momento, però, non ha ricevuto risposta. (Fonte: Corriere della Sera)