Amianto, operai ex Breda morti per mesotelioma? “Forse colpa del fumo”, dice il giudice

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2017 - 06:40 OLTRE 6 MESI FA
Amianto-Breda-fumo

Amianto, operai ex Breda morti per mesotelioma? “Forse colpa del fumo”, dice il giudice

MILANO – Gli operai dell’ex stabilimento Breda di Milano morti di mesotelioma pleurico potrebbero essere stati uccisi dal fumo, e non dall’esposizione all‘amianto. E’ quanto sostiene il giudice di Milano Simone Luerti, che lo scorso giugno ha assolto otto ex manager della Breda Termomeccanica-Ansaldo accusati di omicidio colposo per la morte di una decina di operai causata, secondo la Procura, dall’esposizione alle fibre di amianto nello stabilimento milanese di viale Sarca tra gli anni ’70 e il 1985.

Nelle motivazioni della sentenza si legge che non esiste una “legge scientifica” che possa descrivere l’ipotesi, formulata dall’accusa, di un “nesso di causalità tra una determinata condotta ascrivibile a un imputato e la malattia insorta in un preciso lavoratore, successivamente deceduto”.

La sentenza, emessa dalla nona sezione penale, è in linea con tutti i recenti verdetti di assoluzione del Tribunale milanese nei processi che vedono imputati manager di aziende, più o meno grandi, per le morti di operai che, secondo le indagini della Procura milanese, sarebbero state causate dallamianto respirato sui luoghi di lavoro e senza protezioni.

Già nelle motivazioni, depositate a settembre, della sentenza di assoluzione di Paolo Cantarella e Giorgio Garuzzo, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente di Fiat Auto, e di altri tre ex manager Alfa e Lancia accusati di omicidio colposo in un altro processo, il Tribunale ha spiegato che non è stato “possibile accertare” se l’amianto presente nello stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese (Milano), tra la metà degli anni ’70 e metà anni ’90, “abbia causato, o concorso a causare, i decessi per tumore polmonare o mesotelioma pleurico dei 15 lavoratori”.

Anche nel caso Breda, come si legge nelle motivazioni, “le molteplici variabili ambientali e soggettive giocano un ruolo determinante, imponendo di esplorare il fenomeno reale e non solo l’andamento percentuale di un gruppo”, come avrebbe fatto la Procura. Per il giudice “non è possibile accertare inoltre, e sempre nel caso singolo, se l’insorgenza di un carcinoma polmonare sia stata condizionata dall’esposizione all’asbesto ovvero se l’insorgenza di un mesotelioma pleurico sia stata condizionata dal fumo di sigaretta”.