Ammazza bambini: Callisto Grandi, serial killer dell’800

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 13 Aprile 2016 - 06:13| Aggiornato il 18 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Ammazza bambini: Callisto Grandi, serial killer dell'800

Ammazza bambini: Callisto Grandi, serial killer dell’800

Ammazza bambini o ammazzabambini fu chiamato Callisto Grandi, un serial killer che uccise 4 bambini in 2 anni, dal 1873 al 1875, per vendicarsi delle umiliazioni e dei dileggi che gli infliggevano con la crudeltà che spesso solo i bambini conoscono. Commise però un grave errore: seppellì le sue piccole vittime in fosse troppo poco profonde e lo scoprirono.

Con Callisto Grandi continua la scoperta dei serial killer italiani attraverso la storia del nostro Paese dalla Unità d’ Italia ai giorni nostri. Dopo il milanese Antonio Boggia, oggi parliamo di Callisto Grandi, conosciuto anche come “l’ ammazzabambini”. Siamo nella seconda metà del 1880, più precisamente i suoi omicidi avvennero ad Incisa Valdano in Toscana, tra il 1873 al 1875. Come si evince dal suo soprannome le vittime furono bambini, 4 in due anni.
Grandi cercò di dare una motivazione ai suoi omicidi durante il processo: “ Mi canzonavano, mi prendevano a burla, mi dicevano pelato, ventundito, perché in un piede ho sei diti, e mi dicevano guercio e nano, e quando venivano in bottega mi facevano sempre qualche birichinata”.
Da qui nacque la sua insaziabile sete di vendetta che lo portò a diventare un feroce serial killer. Con una scusa, offrendo denaro o giocattoli, attirava i bambini nella sua bottega, poi li colpiva con una ruota e li gettava in una fossa di 30 cm appositamente scavata, per poi ricoprirli di terra.

“Ero un minchione – dichiarò Grandi, se li seppellivo a tre metri di profondità non li trovavano davvero!”

I giudici decisero che era sano di mente quando uccideva. Fu condannato a 20 anni di lavori forzati, quando uscì venne immediatamente rinchiuso in un manicomio dove morì nel 1911.

L’uomo di bottega che tutto il paese conosceva che parlando dei suoi omicidi diceva “La ruota li colpì nelle reni e restarono lì stecchiti…ora che li avevo ammazzati stavo meglio, e mi lasciavano in pace”.

Erano solo bambini.