Terremoto Emilia, anche qui risate VIDEO Cade capannone: “Allora lavoriamo là”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2015 - 17:36| Aggiornato il 29 Gennaio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Anche in Emilia risate sul terremoto. Cade capannone: "Allora lavoriamo là"

Anche in Emilia risate sul terremoto. Cade capannone: “Allora lavoriamo là”

BOLOGNA – Risate sul terremoto in Emilia, come all’Aquila. Sono in un dialogo citato nell’ordinanza del Gip tra due indagati, gli imprenditori Gaetano Blasco e Antonio Valerio: “E’ caduto un capannone a Mirandola”, dice il primo. La telefonata è stata riportata dall’Ansa, che cita le carte della maxi inchiesta che ha portato a decine di arresti per presunte infiltrazioni malavitose in Emilia Romagna.

“Valerio ridendo risponde: eh, allora lavoriamo là.. Blasco: ‘ah sì, cominciamo facciamo il giro…'”, si legge. La conversazione intercettata è del 29 maggio 2012, il secondo giorno del sisma emiliano. La telefonata è delle 13.29, la scossa devastante, annota l’ordinanza era stata alle 9.03.  Blasco e Valerio sono due indagati ritenuti tra gli organizzatori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, contestata nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta Aemilia. I due avevano “contatti e rapporti d’affari” con la Bianchini Costruzioni, azienda coinvolta nell’indagine. La conversazione è citata quasi come simbolica in apertura di un capitolo dedicato proprio alle infiltrazioni nell’attività di ricostruzione post-terremoto.

Il clan al centro dell’inchiesta è quello dei Grande Aracri di Cutro (Crotone), accusato di essere infiltrato soprattutto nella zona di Brescello (Modena) dove vivono esponenti di spicco della cosca calabrese. Alcuni dei reati hanno carattere transnazionale, interessano Austria, Germania, San Marino. Tra gli arrestati ci sono diversi imprenditori che hanno ditte nel settore dell’edilizia e movimento terra, alcuni dei quali hanno vinto gli appalti milionari della ricostruzione post terremoto del 2012.