Andrea Sempio querela Alberto Stasi e la sua difesa: “Dna manipolato, diffamato”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Maggio 2017 - 17:59 OLTRE 6 MESI FA
Andrea Sempio querela Alberto Stati e la sua difesa: "Dna manipolato, diffamato"

Andrea Sempio querela Alberto Stasi e la sua difesa: “Dna manipolato, diffamato”

MILANO – Andrea Sempio querela Alberto Stasi e lo staff della sua difesa legale per diffamazione, falso ideologico e violazione della privacy. Secondo Massimo Lovati, uno degli avvocati di Sempio, il Dna delle prove nel caso dell’omicidio di Chiara Garlasco è stato manipolato per incastrare il suo cliente e per questo ha presentato una querela contro gli avvocati Giarda che difendono Alberto Stasi, il genetista Pasquale Linarello e la società di investigazione privata di Milano che ha compiuto le indagini.

Albina Perri per Giallo scrive che i legali di Sempio hanno accusato quelli di Stasi, che a loro volta hanno replicato parlando di parole molto gravi e del tutto inaccettabili. Angelo Giarda ha commentato:

“Parole molto gravi e del tutto inaccettabili; saranno immediatamente sottoposte all’attenzione dell’autorità giudiziaria competente. Mi sembra una denuncia fuori posto, ne prendiamo atto, la valuteremo e ci difenderemo”.

La denuncia presentata da Sempio però potrebbe rimettere tutto in discussione, scrive Giallo:

“La madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, aveva infatti presentato un esposto alla Procura di Milano: la donna aveva  detto di aver fatto analizzare da un genetista di chiara fama, Pasquale Linarello, appunto, il Dna trovato sulle unghie della ragazza nel 2014. Un Dna che secondo le analisi di Linarello era risultato, a sorpresa, proprio di Andrea Sempio. Così era partita l’indagine della Procura di Pavia: Sempio era un amico del fratello di Chiara Poggi, ai tempi 19enne, conosceva la ragazza, la casa, la famiglia e il giorno in cui Chiara fu uccisa era a Garlasco.

Per la difesa di Stasi questi erano indizi più che sufficienti per indagare su di lui. Ma il pm che si è occupato del caso, Mario Venditti, non è stato dello stesso parere: il Dna, per lui, non è una prova sufficiente. Non era infatti analizzabile e anche se lo fosse stato poteva essere finito sulle unghie di Chiara per varie ragioni, tra tutte il fatto che Sempio usasse abitualmente il computer di Chiara. Il magistrato non ha nemmeno ritenuto opportuno consultare altri esperti di genetica”.

Il gip ha così archiviato le accuse nei confronti di Sempio, ma la questione ora prende una piega inaspettata:

“Il giovane, come dicevamo, ha dato mandato ai suoi avvocati perché querelassero gli avvocati di Stasi e il genetista Linarello per falso e violazione della privacy. Ma se la sua querela avesse seguito, e si aprisse un processo contro il genetista Linarello, la questione potrebbe tornare al punto di partenza: per stabilire se la perizia di Linarello è vera come dicono gli avvocati di Stasi o falsa, come dice Sempio, dovranno infatti essere ascoltati altri esperti.

Un giudice dovrà affidare l’incarico a un genetista terzo, il quale sarà chiamato a giudicare il lavoro e la perizia del consulente degli avvocati di Stasi. Se l’esperto del Tribunale dovesse dire che il genetista Linarello ha davvero confezionato un falso, la questione sarebbe chiusa, con una condanna per lui. Ma se invece confermasse che la perizia di Linarello è corretta, che cosa accadrebbe? Si riaprirebbe la questione e ci si tornerebbe a domandare perché quel Dna era sulle unghie di Chiara. La difesa di Stasi, insomma, avrebbe un elemento forte a suo favore, utile anche per chiedere ai giudici di Brescia la riapertura del caso, o per fare ricorso contro l’archiviazione dell’inchiesta su Sempio”.