Antonio Ingroia e la sua teoria: “La ‘ndrangheta potrebbe aver avuto un ruolo nella creazione del coronavirus”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2020 - 11:38 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Ingroia e la sua teoria: "La 'ndrangheta potrebbe aver avuto un ruolo nella creazione del coronavirus"

Antonio Ingroia e la sua teoria: “La ‘ndrangheta potrebbe aver avuto un ruolo nella creazione del coronavirus” (foto Ansa)

La ‘ndrangheta potrebbe aver avuto un ruolo nella creazione del coronavirus. Parola dell’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia che espone la sua teoria a Klaus Davi: “C’è qualcosa di oscuro all’origine di questa pandemia. Se due più due fa quattro, col ragionamento del cui prodest bisogna interrogarsi”.

“Se fosse vero che questa pandemia non è stata casuale ma è stata determinata – dice Antonio Ingroia a KlausCondicio, il talk show che Klaus Davi conduce sul web – può darsi che qualche componente criminale abbia avuto un ruolo.

Se fosse vero che tutto nasce dalla Cina, la ‘ndrangheta calabrese è la principale multinazionale del crimine che abbiamo in Italia e in quanto multinazionale tiene relazioni con tutte le mafie del mondo”.

“Imporre il lockdown – sostiene l’ex pubblico ministero antimafia – aiuta le mafie e non è detto che sia un aiuto involontario. Magari un domani scopriremo che non è stato un atto involontario per chi lo impone.

Dal lockdown mafia e ‘ndrangheta traggono oggettivi benefici prestando soldi, rilevando aziende in difficoltà. Per loro è un aiuto perché li rende protagonisti dal punto di vista finanziario”.

Per l’ex magistrato, inoltre, la mafia siciliana sta vivendo un momento di difficoltà estrema: “Cosa nostra non ha più una struttura piramidale per effetto del lavoro della magistratura.

Oggi – dice l’ex magistrato – c’è un direttorio che sta facendo un’opera di sopravvivenza. La mafia siciliana fa la ruota di scorta rispetto all’organizzazione criminale più potente, che è la ‘ndrangheta calabrese.

Chi c’è al vertice? Matteo Messina Denaro è soprattutto un’icona mediatica. Un Capo dei capi non c’è più”. (Fonti: La Repubblica, Klaus Condicio)