Roma: truffa al ministero della Difesa, cinque arresti. Anche un giudice e due avvocati in manette

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA

Ci sono anche un giudice  e due avvocati di Roma tra i cinque arrestati dai carabinieri per corruzione, concussione ed altri reati. I particolare dell’operazione, svolta dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Perugia e della capitale, verranno forniti  nella tarda mattinata di lunedì 26 luglio  in una conferenza stampa nella sede del comando provinciale di Perugia dell’Arma.

Gli arrestati sono il giudice onorario della IV sezione bis civile del tribunale di Roma Giovanni Dionesalvi, l’imprenditore in pensione Giampaolo Mascia, la moglie Piera Balconi e i loro due figli, gli avvocati Vittorio e Giammarco. L’ accusa contestata a vario titolo è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Gli atti d’indagine erano già stati vagliati dal procuratore di Roma, Giovanni Ferrara che poi li aveva trasmessi per competenza al capoluogo umbro.

Secondo gli investigatori, che hanno ribattezzato l’operazione “Mattone d’oro”, falsificando gli atti, gli arrestati chiedevano denaro dal ministero della Difesa per presunte ”riserve” (in realta’ inesistenti) relative ad alcuni lavori edili eseguiti in passato.

Dal gennaio scorso ad oggi, gli investigatori hanno quantificato un giro d’affari di un milione di euro. L’attività andava tuttavia avanti da anni. Le indagini sono ancora in corso. Gli inquirenti sono alle prese con decine di migliaia di documenti da analizzare (per trasportare una parte di questo materiale cartaceo da Roma a Perugia e’ stato necessario l’utilizzo di un furgone).

L’indagine – illustrata stamani a Perugia con una conferenza stampa – era stata avviata dalla sezione di polizia giudiziaria -aliquota Polizia di Stato della procura della Repubblica di Roma, ed è poi passata alla procura di Perugia, competente per i magistrati romani, per la presenza, fra gli indagati, di un giudice onorario.

Gli arresti sono arrivati a conclusione di un’indagine, condotta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura di Perugia,  scaturita da una denuncia prodotta dall’Avvocatura generale dello Stato su un contenzioso riguardante appalti intercorsi tra il ministero della Difesa e la ditta dell’imprenditore arrestato.